venerdì 22 novembre 2013

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Fukushima: un ammonimento per il mondo



Il Segretario per l'Energia degli Stati Uniti Ernest Moniz e il Presidente Naomi Hirose della Tokyo Electric Power Co indossano tute protettive e ispezionano la centrale nucleare  Fukushima Daiichi di TEPCO.  Foto: REUTERS / Tokyo Electric Power Co

Naomi Hirose, presidente della società che gestisce Fukushima, ha dichiarato che l’industria nucleare britannica deve essere “pronta al peggio”

L’uomo responsabile del collassato impianto nucleare giapponese di Fukushima Daiichi ha messo in guardia che i fatti del 2011 devono rappresentare delle importanti lezioni per il governo britannico ed i suoi programmi per la costruzione di nuovi impianti nucleari

Naomi Hirose, presidente dell’azienda che gestisce Fukushima – la Tokyo Electric Power Company (Tepco) – ha dichiarato che la tripla fusione conseguente al terremoto ed allo tzunami in Giappone è stata un “ammonimento al mondo” ed all’industria nucleare britannica perché “siano pronti al peggio”.

Parlando col Guardian, Hirose ha detto che nonostante quello che il pubblico e l’industria nucleare vogliono credere e far credere, gli impianti nucleari non sono sicuri al 100%. “Dobbiamo spiegare che per quanto la probabilità possa essere piccola, cosa succede se la barriera di sicurezza cede?  Dobbiamo avere un piano per una tale evenienza… è facile dire che il nucleare sia quasi perfetto e perciò non dobbiamo preoccuparcene, ma noi dobbiamo chiederci: e se accadesse qualche catastrofe?”.

Soprattutto,  Hirose ha affermato che a Fukushima si sarebbero potute adottare alcune piccole misure che avrebbero impedito la fusione verificatasi nel marzo del 2011; e che la Tepco vuole condividere con i britannici quanto appreso dall’evento.

“Quanto successo a Fukushima è stato effettivamente un avviso al mondo. Cercate di esaminare tutte le possibilità, per quanto piccole, e di non pensare che possa essere inutile anche una sola contromisura. Pensate invece a tutte le possibili, piccole contromisure, piuttosto che non ad una singola grande soluzione. La singola risposta infatti non esiste. Trovammo un sacco di scuse per noi stessi... ma se guardiamo indietro, ci fossero stati dei sistemi che sigillavano le porte – un piccolo accorgimento – avremmo salvato tutto”.

E recentemente il governo britannico ha impedito la conclusione di un affare con la EDF Energy per la costruzione nel Somerset del primo di una nuova generazione di reattori nucleari
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mercoledì 16 ottobre 2013

On 14:31 by SA DEFENZA   No comments
Gigantesche piramidi e sfingi trovate nel 

Triangolo delle Bermuda



Due scienziati, Paul Weinzweig e Pauline Zalitzki, lavorando al largo della costa di  Cuba  e l'utilizzo di un robot sommergibile, hanno confermato che una gigantesca  città  esiste al fondo dell'oceano. Il sito della città antica - che include diversi sfingi e almeno quattro piramidi gigantesche, più di altre strutture - si trova sorprendentemente entro i confini del leggendario triangolo delle Bermuda.

Secondo un rapporto da Arclein di Terra Forming Terra, cubana Subsea Piramide complesso, le prove alla città di essere allo stesso tempo sommersi da crescenti acque e la terra che affonda nel mare. Questo si correla esattamente con l'  Atlantis  leggenda. Il disastro si può essere verificato alla fine dell'ultima era glaciale. 

Come la calotta glaciale artica catastroficamente fuso ha causato il livello del mare a salire rapidamente in tutto il mondo, che colpisce soprattutto l'emisfero settentrionale. Linee di costa cambiati; terreno è stato perso; isole (addirittura continenti dell'isola) è scomparso. 

Arclein osserva: "Nel momento in porzioni alzate del Mid Atlantic Ridge placarono anche compresi lionesi e le isole di casa e di massa terra intorno alle Azzorre. Anche se non fosse successo, questo cedimento è stato ampiamente sufficiente Ciò avrebbe prodotto una pressione ortogonale costringendo subsidenza a est o ovest. 

Dal momento che il crinale tra Cuba e dello Yucatan è il naturale punto di debolezza tra il bacino di subsidenza del Golfo e il bacino di subsidenza dei Caraibi, è naturalmente placata profondamente. 

Il driver di tutto questo è stato i cambiamenti idrostatiche provocate sia dal passaggio originale crostale di 12.900 anni fa, che io ho chiamato la non conformità Pleistocene e il lento sollevamento della Baia di Hudson Bacino determinato dalla fine della glaciazione. 

Crisi dei missili di Cuba   si ferma la ricerca Secondo il giornalista Luis Mariano Fernandez, la città è stato scoperto decenni fa, ma tutti l'accesso ad essa è stato fermato durante e dopo la crisi missilistica cubana. 
Per visualizzare in altre lingue, utilizzare la barra degli strumenti Google Translate. 

Il governo americano ha scoperto il presunto luogo durante la crisi dei missili a Cuba negli anni Sessanta, sottomarini nucleari crociera nel Golfo (in alto mare) ha incontrato strutture piramidali. Hanno immediatamente chiudere il sito e hanno preso il controllo di lui e gli oggetti, in modo che esso non verrà a Russi mani. " 

Il team scientifico del profondo oceano esperti, archeologi e oceanografi trovato resti di antichi edifici a 600 metri sotto l'oceano. Si dice che la città è Atlantide.Guardate attentamente, in acqua Muky una piramide gigante è visibile (http://i1260.photobucket.com/albums/ii567/riseearth/Atlantis_02.jpg )
 piramidi e sfingi più grandi di dell'Egitto 

La prova che l'isola di Cuba è la traccia di una cultura volta potente è supportata dal ritrovamento di Zalitzki sull'isola di simboli molto antichi e pittogrammi identici a quelli visti sulle strutture sottomarine. Utilizzando sommergibili esplorazione, hanno scoperto incredibilmente enormi strutture piramidali simili a (ma più grandi) le piramidi di Giza, in Egitto. 

Essi stimano le piramidi Atlantis sono costruiti con pietre che pesano centinaia di tonnellate Parlando con uno scienziato circa la possibilità che le rovine sono davvero Atlantide, Fernandez riporta l'esperto risponde: "... nelle culture Yucatan è possibile oggi che ciò che ancora rimane del aborigeni di quei luoghi, forse gli Olmechi o qualche civiltà molto primitivo dello Yucatan, la parte settentrionale del Centro America, originati secondo loro su un'isola che è affondata da un cataclisma. 

Questa isola è chiamata Atlanticú. " Anche questo si adatta alle storie sulla improvvisa scomparsa di Atlantide meravigliosi. 

Atlanticú. Atlantide. 

I nativi aborigeni chiamano ancora che nella loro storia. Nel corso di un'intervista su l'esplorazione della mega-città, Fernandez ha chiesto di piombo scienziato Pauline Zalitzki sulla civilaztion che ha costruito. 

"Quando abbiamo pubblicato la prima notizia di questa scoperta", ha detto , "l'Università di Veracruz era interessato al nostro lavoro e ci aveva registrato le immagini di queste strutture sul fondo del mare. In particolare, l'Istituto di Antropologia dell'Università degli scavi mi ha invitato. Stavano facendo [studio] sulle parti e le rovine del  olmeca  civiltà. Gli Olmechi e gli altri popoli nativi hanno tutti morfologia primaria che segna l'arrivo di questo continente. 

Questo significa proveniente dalla direzione di Cuba, e ha dovuto verificarsi in un grande terremoto in cui la loro terra è affondata. Morfologie indicano che essi appartengono a tre famiglie che sono stati salvati. Una di queste famiglie è venuto a la costa di Veracruz, che sono presumibilmente gli Olmechi. 

Altri sono venuti in America Centrale e viaggiato per la costa del Pacifico, e queste famiglie hanno creato la civiltà delle Americhe come lo conosciamo oggi, perché hanno distribuito tutta la loro conoscenza. 

Quando questi antropologi vedevano immagini subacquee di questa città, e ho visto alcuni monoliti di pietra, qualche simbolo, e le iscrizioni, hanno identificato con motivi Olmechi. Erano molto sorpresi.

 " Gli Olmechi devolute dai superstiti di Atlantide, una gran cultura superiore distrutte a poppa la fine dell'era glaciale inondazioni. 

Il mondo è stato rimodellato e un super-civiltà distrutta, ricordato per millenni solo nella leggenda e un riferimento e passando per il filosofo Platone. però Atlantide era reale, è reale: gli scienziati Paul Weinzweig e Pauline Zalitzki hanno trovato. 

immagini Sonar di mega-strutture sul fondo del mare 

sabato 12 ottobre 2013

On 03:47 by SA DEFENZA   No comments
FUKUSHIMA: MEDICI GIAPPONESI NASCONDONO GLI EFFETTI PRODOTTI DALLE RADIAZIONI SULLA POPOLAZIONE
naturalnews.com/



Un considerevole numero di giapponesi ha iniziato a soffrire improvvisamente di sanguinamento al naso. Un sintomo che, stando alcune notizie, sembra riconducibile ad un avvelenamento da radiazioni del vicino impianto nucleare di Fukushima.


Le notizie si basano su di una serie di tweet riportati su facebook  di foto di garze e bende insanguinate. Se la cosa risultasse fondata, vorrebbe dire che l’impianto danneggiato di Fukushima continua a seminare distruzione.

Un sito sostiene che i medici giapponesi che si sono presi cura delle persone ferite l’11 marzo 2011 quando l’impianto è stato danneggiato dal forte terremoto sono ben al corrente che i pazienti manifestano sintomi da radiazioni ma che gli sia stato impedito di parlarne pubblicamente.


Sempre in base a questi post ed alle notizie online, emerge un secondo fenomeno: il sanguinamento si manifesta soprattutto sotto i 30 anni. Ma il sanguinamento non è l’unico sintomo preoccupante; si accusano nausea, anemia, vertigini, eruzioni cutanee ed "ottundimento".

Ecco i dati:

Nell’arco di 2 giorni – 22 e 23 settembre – sono stati rilevati a livello nazionale oltre 5.000 tweet relativi a "naso che sanguina". Nel periodo 20 settembre / 1° ottobre (e sempre a livello nazionale), altri 3.700 tweet relativi a "non riesco a far smettere il sanguinamento al naso". Ciò indica che i sintomi sono estesi e persistenti. 


L’analisi rivela che i tweet provengono da soggetti in media sotto i 30 anni. La maggioranza da studenti (delle superiori ed universitari, forse qualche studente delle medie ed alcune segnalazioni di genitori), e da lavoratori, anche part-time, sempre sotto i 30 anni.  Fare un quadro delle identità di chi ha inviato i tweet ha una complessità tale da non permettere statistiche più accurate.  fukuleaks.org

Il sito prosegue nell’osservare che molti di quelli che hanno postato o tweetato non sembrano prendere la cosa troppo sul serio. Un post fa presente che: "siccome il sangue al naso è spesso associato in Giappone a pensieri e fantasie riprovevoli (spesso sessuali), c’è un’implicita barriera culturale che frena i Giapponesi dal comunicare apertamente il sintomo, ed ancor più della sua gravità".

Problemi cronici a Fukushima

Certo, è da verificare se queste patologie dipendano o meno da radiazioni  provenienti dall’impianto di Fukushima – tutt’ora danneggiato di Fukushima. Ma numerose e qualificate agenzie di stampa riferiscono che nell’area che circonda l’impianto a 6 reattori continuano a manifestarsi problemi legati alle radiazioni:

-- la BBC riferisce un comunicato della Tokyo Electric Power Company TEPCO  "dopo che un lavoratore ha rimosso un condotto connesso al sistema di trattamento dell’acqua dell’impianto di Fukushima  una mezza dozzina di lavoratori sono rimasti infradiciati da acqua radioattiva".

Negli ultimi mesi, durante le operazioni di pulizia e di ripristino da parte della TEPCO, il sito è stato sede di numerose perdite di acqua radioattiva. Ma il vero problema è che, causa la rottura del sistema di raffreddamento dovuta allo tsunami, 3 dei reattori si sono fusi e da quel momento si sono avuti incidenti con fughe di acqua radioattiva.

-- Il 7 di ottobre la Reuters riferiva che l’impianto aveva subito un altro arresto quando per un problema elettrico alle pompe di raffreddamento che immettono acqua nei reattori danneggiati, queste ultime si erano spente. Anche se si era immediatamente attivato un sistema autonomo, l’incidente mostra chiaramente quanto sia delicata l’operatività dell’impianto. 

-- Ad Agosto la TEPCO si è trovata ancora una volta pesantemente sotto accusa dopo che emerse come 300 tonnellate di acqua fortemente radioattiva erano fuoriuscite da una struttura di immagazzinamento costruita in fretta e furia subito dopo il disastro del marzo 2011.

In quel caso la Reuters riferiva: "la struttura fatica ad immagazzinare i grossi quantitativi di acqua contaminata, mentre le operazioni per la dismissione potrebbero richiedere decenni".

Fonti Reuters: www.facebook. com www.bbc.co.uk www.huffingtonpost.com


domenica 8 settembre 2013

On 14:10 by SA DEFENZA   No comments

Energia oscura e gravità: Yin e Yang dell'universo 
Grafica e informazioni aggiuntive su Galex sono online su http://www.nasa.gov/galex/and 
   http://www.galex.caltech.edu/.




Gli astronomi pensano che l'espansione dell'universo è governata dalla forza di gravità, che agisce per fermarlo, e una misteriosa energia oscura, che spinge il materiale e lo spazio a parte. In effetti, l'energia oscura è pensato per essere spingendo l'universo a parte a velocità sempre più veloci, con la conseguente espansione del nostro universo ad accelerare.

Nella concezione di questo artista, l'energia oscura è rappresentato dal piano di rete blu e gravità verso il basso della rete verde. Gravity irradia da tutta la materia dell'universo, ma i suoi effetti sono localizzati e drop off rapidamente su lunghe distanze.

Nuovi risultati dal Galaxy Evolution Explorer della NASA e il telescopio anglo-australiano di Siding Spring picco in Australia confermano che l'energia oscura è una forza liscia, uniforme, che ora domina gli effetti della gravità. A seguito delle osservazioni delle misurazioni precise delle separazioni tra coppie di galassie (esempi di tali coppie sono mostrati qui). I risultati sono una delle migliori conferme di natura dell'energia oscura.

Il California Institute of Technology di Pasadena conduce la missione Explorer Galaxy Evolution ed è responsabile delle operazioni e analisi dei dati della scienza. Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, gestisce la missione e costruito lo strumento della scienza. La missione è stata sviluppata come parte del programma di scouting gestito dalla NASA Goddard Space Flight Center, Greenbelt ricercatori, Md sponsorizzato da Yonsei University in Corea del Sud e il Centro Nazionale per gli Studi Spaziali (CNES) di Francia collaborato a questa missione.

venerdì 16 agosto 2013

On 14:56 by SA DEFENZA   No comments

La sonda Plank osserva universi paralleli
portalemisteri



La sonda Planck osserva altri universi oltre al nostro: la prima prova del “multiverso”?

Se la scoperta dovesse venire confermata, la parola ‘universo’ potrebbe diventare desueta ed essere sostituita da ‘multiverso’.

Gli astronomi, infatti, sono persuasi di aver trovato la prima prova dell’esistenza di altri universi oltre il nostro, partendo dall’analisi dalla ‘radiazione cosmica di fondo’ lasciata dal Big Bang.

I dati raccolti da Planck, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea, hanno permesso ai ricercatori di mappare la radiazione di fondo, una sorta di traccia di sottofondo predente da quando l’Universo ha cominciato ad esistere 13,8 miliardi anni fa.




La mappa mostra delle anomalie che secondo i cosmologi potrebbero essere causate dall’attrazione gravitazionale esercitata da altri universi al di fuori del nostro. I risultati implicano che il nostro universo potrebbe essere solo uno tra miliardi di altri universi, o anche, di infiniti universi.

Nel modello teorico elaborato dai cosmologi, dopo il Big Bang la materia risulta distribuita equamente in tutto lo spazio visibile, ma la mappa fornita da Planck mostra una concentrazione più forte nell’emisfero sud del cielo e un punto più ‘freddo’ che non è possibile spiegare con le attuali conoscenze della fisica.

“Queste anomali sono causate dall’attrazione gravitazionale esercitata sul nostro da altri universi”, ha detto Laura Mersini Houghton, fisico teorico presso l’Università della Carolina del Nord. “Ci troviamo di fronte alla prima prova concreta dell’esistenza di altri universi”.

La Mersini Houghton, assieme al suo collega Richard Holman, professore presso la Carnegie Mellon University, già nel 2005 aveva pubblicato una serie di articoli nei quali aveva previsto ciò che Planck sembra confermare.



“Le anomalie statistiche che abbiamo rilevato, potrebbero essere anche l’effetto di fenomeni fisici profondi che ancora non ci sono noti”, hanno scritto in un documento recente.

Anche se alcuni scienziati rimangono scettici sull’esistenza di altri universi, i risultati delle osservazioni potrebbero segnare un passo decisivo verso un nuovo modo di considerare l’astrofisica. Planck ha raccolto la radiazione dell’Universo primordiale quando aveva appena 370 mila anni di vita.



La precisione della mappa fornita dalla sonda è così alta da rivelare alcune caratteristiche inspiegabili che richiedono l’elaborazione di una nuova fisica per essere comprese.

I risultati, secondo molti scienziati, mostrano l’esistenza di altri universi oltre il nostro. “Questa idea ci sembra stramba in questo momento, proprio come quando fu formulata la teoria del Big Bang tre generazioni fa”, spiega al Sunday Times Geroge Efstathiou, professore di astrofisica presso l’Università di Cambridge. “Poi però abbiamo trovato la prova e tutto il modo di pensare l’universo è completamente cambiato”.

Se cosi’ fosse, dovremmo cominciare ad abituarci alla parola ‘multiverso’ e la domanda tradizionale della cosmologia ‘l’universo è finito o infinito?’, potrebbe essere sostituita da ‘il numero degli universi è finito o infinito?’, e se finito, cosa c’è oltre?


domenica 11 agosto 2013

On 03:26 by SA DEFENZA   No comments

Il nucleare lucano: Affari militari e affari di Stati (Uniti)

Francesco Giannatiempo 



La Lucania è una regione del Sud Italia. Si chiama Lucania, ma anche Basilicata, che è poi il nome “ammnistrativo”. È una regione, come tutta l’Italia del resto, ricca di paesaggi unici, di un patrimonio culturale invidiabile, di una varietà di risorse agro-alimentari, di una storia ricca e lontana nel tempo. Ma è anche ricca di altre risorse. Infatti, la Lucania è una regione confinata a ospitare: pozzi petroliferi in off-shore(aka Texas d’Italia), un mega inceneritore sotto inchiesta per sversamenti di reflui tossici e nocivi (Fenice della francese EDF), impianti chimici come la Liquichimica Lucana aperta e chiusa negli anni 60 e ora al centro di indagini per una discarica enorme quanto abusiva di fosfogessi (radio e polonio su tutti) altamente radioattivi (Sito di Interesse Nazionale a Tito Scalo, Pz), di lavorazione dell’amianto, di impianti siderurgici alle porte del capoluogo di regione con emissioni pericolose e fuori norma, centrali a carbone come quella dell’Enel nel Mercure…

cartina_trisaiaLa Lucania è anche terra di misteri o, più semplicemente, di segreti. Di quale Stato?
Nella notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi – 3:00 am – un convoglio di mezzi e uomini delle forze dell’ordine, dei militari, di pronto intervento e soccorso ha scortato un veicolo speciale contenente uranio arricchito 235 dal deposito ITREC nella Trisaia di Rotondella (Matera, Sud Italia) all’aeroporto militare di Gioia del Colle (Bari, Sud Italia).

Due giornalisti freelance – Ivano Farina e Nicola Piccenna – hanno filmato l’evento. Erano a una carreggiata di distanza dall’ingresso del deposito nucleare lucano. La notizia è uscita il giorno successivo, squarciando ancora una volta il velo di silenzio che aleggia intorno ai depositi nucleari italiani. Rotondella ospita dalla fine degli anni sessanta-inizio settanta 64 barre di uranio trasportate da Elk River (USA). Ed è da allora che sono custodite. Intanto, il centro gestito dall’ENEA, ha svolto più di un’operazione di trattamento di materiale radioattivo. Scorie (rifiuti) e nucleare attivo. Come l’uranio arricchito che è uscito super-scortato circa due settimane fa.

Non essendoci comunicati ufficiali in proposito, si sono fatte diverse ipotesi. Una riguardava la tanto agognata restituzione delle 64 barre di Elk River agli USA. Forse in ossequio agli accordi stipulati nel 2012 al summit di Seoul a cui hanno partecipato diverse nazioni, tra cui – naturalmente – Italia e USA. Purtroppo non si trattava delle barre di Elk River. No, era uranio arricchito.
Le note del governo italiano sono state tardive e lasciate per lo più in mano all’agenzia governativa che si occupa del trattamento e del condizionamento e smaltimento di materiale nucleare – SOGIN. Questi, hanno emesso un comunicato stampa che parlava di generico materiale reso agli USA. Si è poi appurato trattarsi di uranio arricchito.

Intanto, né il Viminale né altri organi preposti alla salvaguardia/protezione e salute collettiva hanno fornito spiegazioni doverose. L’unica nota immediata è stata quella del Ministro dell’Ambiente – Orlando – che ha chiesto fosse fatto il controllo doveroso sull’itinerario oggetto del trasferimento del materiale radioattivo.

I sindaci delle città e dei paesi interessati non erano stati allertati dal Ministero dell’Interno, il cui viceministro è il sen. Filippo Bubbico, lucano ed ex presidente della Regione Basilicata.

Comprensibilmente, la preoccupazione è salita ai massimi livelli. Vieppiù in un periodo come quello estivo, in cui la costa jonica è meta di moltissimi turisti. Infatti, il tragitto del trasferimento dall’ITREC all’aeroporto militare è corso su una striscia d’asfalto, la numero 106, Strada Statale Jonica. Lì vicino sono i templi della Magna Grecia, tanto quanto altre testimonianze delle civiltà che in passato hanno trovato ospitalità nella piana metapontina e lì sono proliferate, arricchendo la storia locale e quella nazionale. Altresì, in quelle zone vi sono numerose lavorazioni agro-industriali che hanno fatto guadagnare all’area l’appellativo di California del Sud, fornendo non solo i mercati italiani, ma anche quelli esteri. Per esempio, basti pensare alle piantagioni di fragole molto apprezzate in Germania. Almeno fino ai tempi della crisi attuale, momento in cui anche le eccellenze alimentari fanno fatica a trovare mercati adeguati. Insomma zone ricche di cultura, economia agroalimentare e turismo. Ma anche “arricchite” dall’uranio!

Di conseguenza, il 2 agosto scorso è stato convocato il “tavolo della trasparenza”, un incontro con istituzioni, amministrazioni, comitati, associazioni e parti in causa voluto all’indomani della celebre rivolta di Scanzano Jonico (Matera) del 2003. In quell’anno, proprio quando era Presidente della Regione Filippo Bubbico, la Sogin – e quindi il governo italiano, visto che è una S.p.A. interamente posseduta dal Ministero delle Finanze – individuarono in alcune saliere il sito ideale per depositare e interrare fusti di scorie radioattive. Le popolazioni lucane insorsero, dando vita a una manifestazione di grandi proporzioni – più di 100.000 persone – se si considera che la Basilicata conta poco meno di 600.000 abitanti.

Il tavolo della trasparenza convocato, anche dopo anni di insistenze da parte delle associazioni – in particolare la OLA e No Scorie Trisaia, molto attive nel contrastare l’attività secretata del centro nucleare lucano – ha visto la partecipazione dell’uscente presidente della regione Basilicata Vito de Filippo, gli assessori regionali Martorano e Pittella (fratello del vicario alla vice-presidenza del parlamento europeo di Stasburgo), i rappresentanti di Sogin, dell’ISPRA, dell’ARPAB, i sindaci e comitati e associazioni. E uno dei giornalisti che hanno prodotto il filmato che riprende il trasferimento all’ingresso dell’ITREC: Ivano Farina. Costui, in quella sede, ha saputo che è stata aperta un’inchiesta che dovrà appurare da dove si è originata la fuga di notizie che ha dato loro la possibilità di fare le riprese.

Assenti: i dicasteri dell’Interno, dell’Ambiente, della Difesa – visto che c’è stato impiego di personale militare italiano – dello Sviluppo Economico, dell’Agricoltura; il Prefetto di Matera; l’Ambasciatore USA in Italia.
Le chiacchiere prodotte in quella sede non hanno aggiunto niente che non si sapesse già. Anzi, hanno deluso profondamente, perché sembrato il solito tavolo per “tranquillizzare” gli interessati. E forse anche una piccola passerella per l’uscente presidente della Regione Basilicata – papabile al Ministero del Turismo – e per chi è in procinto di ricandidarsi in vista delle prossime elezioni regionali del prossimo novembre, come Martorano e Pittella.

In buona sostanza, il tavolo della trasparenza non ha prodotto nulla. Né un documento. Né un protocollo di intesa per far luce sui “misteri” del nucleare lucano. Nessuna nota o comunicato ufficiale da parte del governo degli Usa. Nessun articolo da parte della stampa estera. Né una spiegazione chiara e precisa dei fatti che sono avvenuti nella notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi.

Il comunicato della OLA che segue vuol essere un esempio dei moltissimi interrogativi che attanagliano la testa dei lucani, ma anche di tutti gli italiani che hanno a che fare con il nucleare.

Il centro della Trisaia è un sito di interesse militare?
La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, in merito all incontro del Tavolo della Trasparenza del giorno 2 agosto scorso per fare luce sul recente trasferimento di materiale radioattivo dal deposito ITREC di Rotondella (MT) destinato al rimpatrio negli USA (proprietari di tale materiale) con sosta all’aeroporto militare di Gioia del Colle (BA), denuncia l’assenza al Tavolo della Trasparenza convocato dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dei rappresentanti dei Ministeri dell’ Interno, dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico, nonchè dei responsabili della sicurezza pubblica coinvolti dell’operazione di trasferimento dei materiali radioattivi (prefettura, organi polizia, militari).

La Regione Basilicata – denuncia la Ola – non può rimanere passiva di fronte all’atteggiamento governativo che ha imposto ed intende continuare ad imporre il segreto di stato ed anche quello militare su questa e su altre possibili vicende che riguardano il centro della Trisaia di Rotondella di cui si ignora il futuro.
La Regione Basilicata deve pertanto esigere da Sogin SpA un cronoprogramma relativo alla messa in sicurezza del sito della Trisaia, con l’indicazione dettagliata dei materiali che a vario titolo si intendono movimentare da e per il centro della Trisaia con i lavori realizzati e ancora da realizzare presso il centro. Al tavolo della trasparenza non è infatti emerso con chiarezza quale debba essere il ruolo della Sogin SpA. Per statuto societario, Sogin SpA è interememte partecipata dallo Stato e più precisamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La Sogin SpA detiene il 60% di Nucleo SpA ex Nucleco SpA (il 40% restante in mano a ENEA). Tutto questo, al di là di facili quanto intuitive ricadute di opportunità etiche quanto strategiche nell’avere una società di capitali quotata in borsa che deve condizionare, processare, contenere, de commissionare, stivare, trasferire – quindi: trattare – materiale nucleare, lascia aperto un grosso interrogativo: perché al tavolo della trasparenza Sogin – che è lo Stato, ma è anche una Spa?

Non è per la Ola accettabile quindi che la Sogin SpA si sia seduta al Tavolo della Trasparenza del giorno 2 Agosto scorso a Potenza, “scrollando le spalle” e parlando solo di mera esecuzione, quando essa ha invece dirette responsabilità sulle decisioni relative al decomissioning. Non è accettabile che il governo diserti gli incontri sulla trasparenza, ritenendo di dover affidare alla SpA il ruolo di “esecutore” pubblico su aspetti delicati che spettano alle istituzioni centrali e regionali.
La Ola ricorda che stiamo parlando di un operazione svolta sotto segreto di stato e forse anche sotto segreto militare. Infatti, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (Governo Prodi) individuava i “criteri per l’individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere segreto di Stato”. 

Un Decreto questo che sottrae competenze ordinariamente svolte dalle ASL e dai Vigili del Fuoco e le assegna ad “Uffici competenti” funzioni nei luoghi coperti da segreto di Stato.
La Trisaia – chiede la OLA – è diventato un sito di interesse militare?

Nel 2009 la Corte costituzionale con la pronuncia 106/2009 sancì che “l’individuazione degli atti, dei fatti, delle notizie che possono compromettere la sicurezza dello stato e che devono rimanere segreti” costituisce il risultato di una valutazione “ampiamente discrezionale”.L’esercizio del potere di secretazione sarebbe quindi assoggettato al solo Parlamento, “sede normale di controllo nel merito delle più alte e più gravi decisioni dell’esecutivo”, attraverso il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir, già Copaco). Ciò è stato fatto?

La Ola chiede se il Parlamento Italiano sia stato messo al corrente di questa operazione e nel caso lo fosse il Copasir, in cui vi sono anche rappresentanti del M5S oltre che il lucano Roberto Speranza (PD), sia a conoscenza della movimentazione e se la stessa sia coperta anche da segreto militare a conferma del grado di pericolosità dei materiali tenuti presso il centro di Rotondella senza che si siano effettuati controlli sui rischi per la salute dei residenti.

La Ola denuncia in proposito la mancanza di un verbale del Tavolo della Trasparenza del 2 agosto scorso che confermi tutto quanto dichiarato in sede di dibattito. L’assenza di questo verbale sottoscritto dalle parti, vanifica il ruolo stesso del Tavolo della Trasparenza, trasformandolo in una passerella tra esponenti politici regionali e Sogin SpA, con i sindaci, i comitati e le associazioni presenti costretti a stringere tra le mani un bel nulla.

La Ola chiede quindi con urgenza la riconvocazione del Tavolo della Trasparenza in uno dei comuni della costa jonica lucana così come già richiesto dal sindaco di Policoro. Tale incontro va preparato con l’obiettivo di fissare i punti del cronoprogramma da richiedere a Sogin SpA. Esso deve basarsi su documentazione concreta da richiedere a Sogin SpA, dalla quale si evincano tempi e le modalità per la restituzione delle barre di Elk River agli USA. Il documento redatto da Sogin SpA va inoltrato – secondo la Ola – prioritariamente, per competenza, alle stituzioni ed i dicasteri interessati, con una informativa trasparente sui quantitativi effettivamente presenti c/o depositi di stoccaggio/condizionamento/processa mento/decommissionamento degli stessi con lo stato dei lavori presso il centro della Trisaia.

La roadmap completa e dettagliata sul decommissioning del nucleare lucano deve individuare inoltre la perimetratura e protocolli di sicurezza adottati e da adottare, gli enti coinvolti (abbiamo appreso che l’Arpab Basilicata non sarebbe nemmeno stata informata della movimentazione del materiale radioattivo del 29 luglio scorso) con un piano di monitoraggio dello stato di sicurezza e di salute delle popolazioni interessate.

Rinunciare a ciò significa soccombere alle logiche impositive del Governo che non ha mai rinunciato a realizzare il deposito unico delle scorie radioattive italiane in Basilicata.

Bisogna ricordare che un Procuratore della Repubblica Italiana – Nicola Maria Pace, scomparso di recente – era impegnato in un’inchiesta coperta da segreto sullo stato dei materiali radioattivi e sui numerosi incidenti occorsi alle infrastrutture e agli impianti di custodia e condizionamento all’ITREC di Rotondella.

Il nucleare lucano è un affare di Stato. Dello Stato italiano e di quello statunitense in particolare. O è un affare militare? O è un affare e basta, visto che la Sogin è una società per azioni?
Destano non poche preoccupazioni la leggerezza con cui viene gestito il nucleare italiano – e quello lucano in particolare – in una nazione il cui il popolo nel 1987 (e in replica nel 2011) ha detto di No al Nucleare attraverso referendum.

Questa è una sintesi dei tanti, troppi eventi occorsi negli anni.
Riferimenti e approfondimenti:
L'uranio, il cinghiale e la zanzara
di Antonella Bruno e Maurizio Camerini
Cameraman: Paolo DErcole
Musiche: TerraGnora, Nafsi Afrika, Renè Aubry

Le vicende dellimpianto ITREC di ritrattamento di combustibile nucleare della Trisaia di Rotondella, Basilicata (dalla costruzione ai giorni nostri). Il racconto della vicenda del deposito unico di scorie radioattive a Scanzano Jonico. Basilicata.

Lintreccio tra lo sfruttamento del territorio in Basilicata, la vicenda dei rifiuti radioattivi in Somalia e le organizzazioni criminali.







Per concessione di Tlaxcala
Data dell'articolo originale: 10/08/2013
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=10296 

domenica 28 luglio 2013

On 04:17 by SA DEFENZA   No comments

"L'Ignava Sardegna" e "L'Ugnone Sarda" due nemici mortali per la Sardigna


Bruno Sini
Una de sas primas pàzinas a efetu de "s'Ignava"
Una de sas primas pàzinas a efetu de "s'Ignava"


Venerdì scorso 27 luglio 2013 è iniziata la protesta dei giornalisti della "Ignava Sardegna" contro la "paventata" iniziativa del suo gruppo editoriale di trasferire la sede legale del giornale a Roma (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/07/25/news/la-nuova-sardegna-in-sciopero-il-comunicato-del-cdr-1.7477949). 

Come ho avuto gia modo di dire altrove, fondamentalmente, per me questa spero non solo paventata notizia, rappresenta paradossalmente una buona novella:  
"Donzi tantu una bona nova, (mancu male!): Sa "Ignava Sardigna" che tramunat sa sea legale a Roma ... est una de sas pagas cosas de bonu chi apat pòtidu fàghere in sos ùrtimos chimbant'annos - assumancu, che a cane de sutamesa, est pius a curtzu pro lìnghere su foddone a sos meres."
"Peruna solidariedade chin su zornaleddu e chin sos teracheddos de "S'Ignava Sardigna", àntzias, isperemus chi lis fetant iscrìere in trasteverinu, pro cuntratu, sos pagos artìculeddos cagados chi lis sunt abbarrados in manos ... (giòmpidu chi de su sardu si nde sunt semper birgonzados - leze de su cuntrapassu ahahahah)"
"...custu zornale est bonu ebbia a ch'imbolare in galera sos innotzentes (ca finas a proa contrària chie si siat est e devet èssere cunsideradu innotzente finas a s'ùrtimu gradu de giudìsciu - pro "S'Ignava" nono, issa ispudat sentèntzias e faghet peta è masellu chin sos dèbbiles tando chi assolvet, semper, sos pius fortes e-i sos pius angazos) e a imprentare sas velinas de sas cuesturas ... No perdet nudda sa Sardigna, àntzias si diat tancare in totu sa veridade nde diat a àere bonu profetu."
...S'Ignava Sardigna, paris chin sa sorrastra "Ugnone" sunt duos trastes de sos pius poderosos, in manu a sos colonialistas e a sos autocolonialistas, pro nch'istrumare sa limba e-i sa cultura nostra. S'àtera àima de timire abberu est s'universidade..."
"... A Brunu Bellomonte lu poniant in fotografia semper a costazu a unu mitra betzu (imbasciada subliminale), pro che cunvìnchere sa zente chi fit romasiza de galera ... ca custos zornaleddos impitant mètidas litzitas, pius pagu lìtzitas e, a bia, de bandidos nòdidos. ..."
"...  Su peus est a pensare chi custu tribàgliu "brutu" lu faghent fàghere a zente nostra a posca de lis àere samunadu bene su cherveddu, pro unu piatigheddu de lentizas, su pius de sas bias ... che a nàrrere: innantis faghèlos isgeunare a longu (chin leges libberticidas fatas a posta pro issaèschere a donz'unu chi s'atrivat a si proare a produire calchi cosa) ... posca addaghi dent èssere caschende pro su fàmine tando lis azis a pòdere fàghere fàghere (e nàrrere) cale si siat cosa. Che a sos militares etotu: sa vida pro sa pàtria ... ANZENA! ..."

Si portino persino le rotative a Roma e tutti gli annessi e connessi, chè di spazzatura in zona ne abbiamo già abbastanza.

Finalmente adesso abbiamo "l'Ugnone Sarda" a spezzare una lancia a favore della nostra terra ed a perorarne le sue giuste ambizioni di riscatto ed emancipazione sociale.
In una "colta" ed "acuta" nota datata 27 luglio 2013 e firmata dal neodirettore del giornalaccio, Anthony Muroni (nato a Perth, Australia, da padre, presumibilmente, di Tresnuraghes) ci viene spiegata finalmente l'origine di tutti i mali della nostra isola.

Su diretore nou de "S'Ugnone Sarda" dae su deghe de làmpadas de su 2013
Su diretore nou de "S'Ugnone Sarda" dae su deghe de làmpadas de su 2013


Il giornalista di origini australiane esordisce scrivendo: 
"Ben venga il dibattito sui sovranismi, gli indipendentismi, gli autonomismi, le ingiustizie di Roma-ladrona e matrigna, lo sfruttamento da parte delle lobby italianiste. Ma se c’è una cosa insopportabile, in noi sardi, è la tendenza ad appiccicare l’etichetta “Sardo è meglio” a tutto quel passa, nasce, vive o cresce sul perimetro terracqueo dell’antica terra di Ichnusa..."
 vi risparmio di citarvi il resto per non crearvi problemi di stomaco, comunque chi "intendesse farsi una cultura" può sempre leggersi la tragica raccolta di elucubrazioni notturne di una pazza notte di messa estate direttamente dal suo blog: http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2013/07/27/perche-i-sardi-non-sono-migliori-o-peggiori-degli-altri/?replytocom=168#respond

Ora, a parte l'articoletto che sa tanto di temino da ragazzino delle medie infarcito di luoghi comuni e di improbabili "sentito dire", ciò che stupisce di più è il fatto che dal "pezzo" traspare anzittutto una marcatissima dose di autocolonialismo corroborata da un massicio impiego di false verità di stampo neocolonialistico affastellate alla bell'e meglio in modo grossolano e disordinato per costruire un fantastico castello di falsi preconcetti che dovrebbero, alla fine, dimostrare il pseudopostulato noto, purtroppo, a tutti i sardi che abbiano frequentato le scuole elementari italiane, sulla presunta e dogmatica supremazia della cultura italiana sulla cultura de su "connotu". 

Arrampicandosi sugli specchi ed usando pillole di millantate esperienze personali o raccolte qua e là per i monti della Planargia, l'australiano vorrebbe smontare qualunque pretesa resistenziale della "subcultura sardignola" nei confronti dell'imbarbarimento assoluto della cultura della globalizzazione.

Ricordo, in ogni caso, all'arguto tutologo che osa spaziare dalle ultime teorie delle neuroscienze passando per dotti elementi di antropologia applicata per giungere, piuttosto temerariamente ed alquanto acrobaticamente, alla storiografia comparata, che, da che mondo è mondo, tutti popoli degni di tale nome si sono costruiti dei miti che altro non sono che uno spudorato quanto necessario tentativo di ogni etnia di certificare la supremazia della propria cultura e del proprio essere rispetto agli altri popoli; 
ciò accadde per gli ittiti come per gli egiziani, per i greci come per i persiani, per gli indiani come per i romani ed accade oggi per i francesi come per gli inglesi piuttosto che per i tedeschi e soprattutto per gli italiani che hanno costruito, ad hoc, tutta una serie di verità storiche (leggibili nei testi scolastici e non solo) che non corrispondono assolutamente ad una realtà oggettiva ma rappresentano un meschino tentativo di dare sensatezza ad una costruzione fantastica ed abortita qual è quella del concetto di nazione italiana. 

Le grandi balle storiche raccontate nei testi italici, soprattutto il grande imbroglio perpetrato nei confronti della Sardegna con la fusione perfetta e le baggianate antistoriche ed assolutamente mendaci del supposto eroismo delle truppe sarde nelle varie guerre e soprattutto nella prima guerra mondiale, rappresentano pienamente il progetto menzognero e fraudolento portato avanti dal colonizzatore ... non scordiamoci che le orde di ragazzini diciotenni strappati alle poverissime famiglie sarde e mandate in prima linea contro gli austriaci come vera e propria carne da macello, venivano prima storditi con poderose dosi di alcoolici e poi costrette a gettarsi nel corpo a corpo contro le temibili armate austriache con un moschetto puntato alle spalle, nel caso vi fosse stato anche solo il benchè minimo segnale di titubanza all'assalto da parte dei poveracci giovanotti sardi costretti al moto: "sa vida pro sa patria ... anzena". 

Da tutto l'abborracciamento confuso ed infantile dell'articolo si capisce che l'Antony ben poco sa di come effettivamente si siano svolti i principali fatti storici di questa martoriata terra e fa passare il concetto che come popolo soggiogato e da sempre sottomesso, i sardi non possono nemmeno sognare di crearsi una propria mitologia e poter anche solo immaginare di essere un popolo normale, con i propri pregi ed i propri difetti ma, anche, con i propri miti necessari e da tramandare alle future generazioni. 

"L'Ugnone Sarda" e "l'Ignava Sardegna" rappresentano due temibili bracci del dominatore utilizzati da sempre per tenere soggiogato un popolo che niente avrebbe da imparare da una popolazione di villani ed insulsi trufaldini per giunta inoperosi i cui interessi mai e poi mai hanno corrisposto nè tanto meno potranno coincidere in alcun modo con le ambizioni e le prospettive del popolo sardo.

In ultima anàlisi il ragionamento del Mureddu, oltre ad essere scorretto si rivela non assolutamente all'altezza del direttore di un quotidiano che vorrebbe ambire a definirsi sardo; ma è anche fraudolentemente subdolo e fuorviante in quanto, alla pari della questione della richiesta di bilinguismo fatta recentemente da quattro consiglieri del comune di Cagliari: http://www.enricolobina.org/wp/2013/06/20/bilinguismo-a-cagliari-la-lettera-al-sindaco-e-alla-stampa-per-un-dibattito-pubblico/ , vede le cose rovesciate ... nel caso del consiglio comunale di Cagliari la mozione venne bociata con motivazioni del tipo: -Sarebbe una forma di discriminazione nei confronti dei cittadini che non parlano il sardo (sic!) - . 

Sarebbe come dire che la tutela va fatta per le maggioranze, non per le minoranze linguistiche (roba da far accapponare la pelle a chiunque abbia un microgrammo di raziocinio!). Nel caso del Muroni invece l'obiettivo non è tanto lo sciovinismo italiano che tende a pervadere qualunque spazio sardo ma qualche sparuto tentativo di reazione del popolo isolano allo scempio della palese opera di desardizzazione messa in atto dal colonizzatore.



Comunque, caro Anthony Muroni, se per te ciò che accade in Sardegna è così insopportabile non ti rimane altro che prendere il primo aereo per Perth o per Brisbane e tornartene là da dove sei venuto.

martedì 23 luglio 2013

On 07:20 by SA DEFENZA   No comments

150° anniversario della BAYER: La storia smacchiata della società




CBG Coordination gegen BAYER-Gefahren/Coalition against BAYER-Dangers 



La BAYER sta organizzando costose celebrazioni per il suo 150° compleanno, ma i numerosi crimini della sssocietà non sono neanche menzionati nelle pubblicazioni commemorative. Invece di riconoscere la propria responsabilità nell'utilizzo di lavoratori forzati, nello studio e produzione di gas velenosi e di prodotti farmaceutici mortali, il passato dell'impresa viene completamente ignorato. La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer ha introdotto delle contromozioni alla prossima assemblea degli azionisti della Bayer per evidenziare il lato oscuro del passato della BAYER.

Per il suo 150° anniversario, la BAYER sta organizzando numerose attività celebrative con importanti ospiti. Una aeronave costruita per l'occasione promuoverà la Compagnia in tutti cinque i continenti e una mostra farà il giro del mondo. Ma i periodi oscuri nella storia della società sono stati completamente ignorati nelle celebrazioni. Argomenti come la contaminazione ambientale, gli avvelenamenti da pesticidi, le proteste dei lavoratori e la collaborazione col Terzo Reich sono semplicemente assenti.http://www.whale.to/b/zyklon.jpg
Philipp Mimkes della Coalizione contri i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania) afferma: "La Bayer, facendo parte della tristemente famosa IG Farben, è stata implicata nei più crudeli crimini della storia dell'uomo. Una sua sussidiaria forniva il Zyklon B per le camere a gas. La società ha anche costruito una gigantesca fabbrica direttamente ad Auschwitz e, per alloggiare gli operai/schiavi, gestiva il suo personale campo di concentramento in cui morirono decine di migliaia di persone.”
Altri fatti dalla storia della Compagnia:
=> Ogni pubblicità della BAYER include un riferimento all'invenzione dell'Aspirina nel 1898, ma nessuna dice che, quasi simultaneamente, la Compagnia ha introdotto nel mercato l'Eroina, come sciroppo per la tosse, in particolare dei bambini. Non molto tempo dopo il suo lancio commerciale, i medici fecero notare il potenziale di dipendenza dall'Eroina. Ciononostante, la BAYER ha continuato una campagna pubblicitaria globale sull'Eroina, per altri 15 anni.
=> Carl Duisberg, per decenni Direttore Generale della BAYER, è stato personalmente implicato nello sviluppo dei gas tossici durante la Prima Guerra Mondiale e ha fatto pressioni perché fossero usati al fronte, in contravvenzione alle leggi internazionali. Duisberg ha richiesto la deportazione di decine di migliaia di cittadini belgi da utilizzare per lavori forzati e ha incoraggiato l'annessione di grandi aree dell'Europa dell'Est.
=> Per decenni, Duisberg ha sostenuto attivamente la fusione dell'industria Chimica tedesca per creare la IG Farben. Il gruppo, fondato nel 1925, era allora la più grande impresa d'Europa. Essa rifiutò la repubblica di Weimar e fece generose donazioni ai partiti conservatori nazionalisti e più tardi ai Nazisti.
=> IG FARBEN è stata strettamente coinvolta nella guerra di conquista del Terzo Reich. La Compagnia seguiva le forze armate nei paesi europei conquistati e in poche settimane prendeva possesso di gran parte dell'industria chimica del paese, delle miniere e della produzione di carburanti. Kurt Hansen, che più tardi diventò Presidente del Consiglio di Amministrazione della BAYER, giocò un ruolo chiave in tali rapine.
=> Al Processo di Norimberga, la IG FARBEN ebbe un procedimento tutto per sé. Un documento del processo afferma: "E' fuori discussione che medici delle SS abbiano condotto esperimenti sui prigonieri dei campi di concentramento. Questi esperimenti servivano espressamente per provare i prodotti della IG FARBEN".


I dirigenti dell'IG Farben giudicati a Norimberga

=> Dopo aver scontato le sentenze, i dirigenti condannati a Norimberga poterono proseguire indisturbati le loro carriere. Fritz ter Meer, per esempio, divenne Presidente del consiglio di sorveglianza della BAYER. Durante il suo interrogatorio a Norimberga, aveva affermato che i lavoratori/schiavi di Auschwitz "non erano stati fatti soffrire particolarmente, dal momento che dovevano comunque essere uccisi". La BAYER ha addirittura intitolato a suo nome una fondazione, la "Fondazione Fritz ter Meer".
=> Nei laboratori della Bayer, è stata portata avanti la ricerca sui gas bellici. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'inventore del SARIN e del TABUN, il dottor Gerhard Schrader, è stato a capo del dipartimento pesticidi della Bayer. Durante il periodo della guerra nel Vietnam, la Bayer è stata implicata nello sviluppo dell'Agente Arancio. La produzione veniva fatta alla MOBAY, una ditta creata dalla MONSANTO e dalla BAYER.




 Il buon Dottore Schrader con la famigliola

Sintomatica di come la BAYER considera la sua storia, è l'assegnazione del premio Hansen Family Award nel marzo del 2013. Il premio, presentato a Berlino dall'amministratore delegato della BAYER Marijn Dekkers, era stato in origine donato dall'ex presidente del Consiglio Direttivo, Kurt Hansen. Hansen era entrato nel partito nazista nel 1931. In IG FARBEN era divenuto capo del "Dipartimento centrale per l'approvvigionamento di materie prime", che ha avuto un ruolo importante nella guerra. Il passaggio senza scosse da IG FARBEN al Gruppo BAYER si palesa nella figura di Kurt Hansen. Fino ad ora, la BAYER non ha mai intrapreso uno studio indipendente della storia della società.
Secondo la Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer, il Consiglio Direttivo della BAYER è responsabile per questa rappresentazione fuorviante della storia della società. Perciò, alla prossima Assemblea degli Azionisti BAYER, che si svolgerà a Colonia il 26 aprile, il suo operato non deve essere ratificato. La Coalizione ha introdotto delle contromozioni che sono state pubblicate sul sito web della BAYER.


venerdì 19 luglio 2013

On 15:39 by SA DEFENZA   No comments
PUBLICATU SU CD “S’INNU DE SA NATZIONE FORTZA PARIS!” DE MARIO PUDHU PRESENTATZIONE UFITZIALE A SU CINETEATRU DE SARDARA SU 13 APRILI 2013

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Mario Puddu
Mario Pudhu

 S'Innu de sa Natzione Fortza paris! Cust'innu bolet èssere una proposta, unu sèmene betau in sa terra bona chi est su coro de is Sardos. 

Coro bonu, eja, e medas bortas fintzes tropu e guvardu puru cun is istràngios chi nosi dóminant (o chi benint a nosi salvare!…), e prus de una borta susuncu, arrestigu, e tirriosu puru cun is Sardos etotu, ma no ca is Sardos no teneus sa capacidade de nos'istimare! Is Sardos ischeus tènnere sentidos fortes e bonos puru e si pentzaus male de noso etotu tocat solu a ischire e cumprèndhere poite. 

 A lígere s'istória de is úrtimos séculos, unu domíniu chi nudh'àteru si podet nàrrere si no domíniu nosi at fatu fàere allenamentu a sa disistima tra noso, a pèrdere fintzes sa fidúcia necessària chi depeus tènnere in noso etotu, nosi at portau a isperare solu in chie no est pentzandho a noso si no coment'e terra de afàrios chi no torrant paris cun is nostos. 

E is arresurtaos giai si bient puru in dónnia cosa, de s'economia, a sa demografia, a sa cultura, a su guvernu: unu pópulu disastrau e sèmpere de prus ispérdiu emigrau! 

Agiummai no ischeus mancu chie e ite e ne ue seus, gente cun is orrodas isgónfias cun pagu e nudha fidúcia e isperàntzia in noso etotu, chentza entusiasmu perunu po is chistiones nostas: is Sardos current in medas e si callentant solu si benit calecunu de fora a nosi pigare che a sèmpere. E noso sigheus a dipèndhere, a prànghere e a fuire. 

Ma in su coro de is Sardos puru podet crèschere, e fàere totu s'isvilupu necessàriu, su sèmene bonu de s'istima, de su coràgiu, de s'isperàntzia, po che arresurtare a èssere gente, unu pópulu, una natzione de gente líbbera e responsàbbile de su destinu nostu fintzes in custu mundhu fatu a bidha, ca assumancu sa Sardigna dhue depet èssere po is Sardos. 

Sursum corda! s'iat a pòdere nàrrere pentzandho a comente seus oe disanimaos e a comente tocat a èssere. E si custu incídiu e incoragimentu tenet sensu po andhare abbia a su Segnore, Segnore de sa libbertade e de sa responsabbilidade assoluta, ateretanti ndhe tenet po èssere gente, po fàere su matessi camminu de sa libbertade e de sa responsabbilidade, po èssere umanidade in prenu! Ndhe depeus artziare sa conca e is ogos chi portaus de tropu tempus abbasciaos po sa bregúngia e is bregúngias e dannos de su domíniu, castiare in fàcia sa realtade nosta e angena e istare in su mundhu cun sa matessi dignidade de is àteros pópulos. 

No est su "orgoglio" de is cosas chi no podeus contare a bàntidu (cosas de rimproverare a noso etotu ndhe teneus e mancu pagas), ma s'ànimu, su coràgiu, úmile, seguru e firmu, de totu sa dignidade chi teneus e depeus tènnere ca seus noso puru umanidade. 

Su sensu de un'innu natzionale est custu de incidare a tènnere coràgiu, ànimu, isperàntzia, a nosi arreconnòschere e istimare nos'àteros etotu, a nos'identificare coment'e pópulu e fàere fortza paris po totu su chi nosi pertocat de diritu e de dovere, e fintzes coment'e méritu, in terra nosta, ca de seguru no nosi mancant is capacidades si pagu pagu arrennesceus a s'iscabbúllere de is illusiones e ingannos de chie nosi bolet dipendhentes po torracontos chi no funt in su diritu e dovere colletivu de sa natzione sarda.

Cantos innos natzionales? Is Sardos nosi podeus cunsiderare, oe, nau a sa campidanesa, iscallaus (de su 1848 e 1861 fusi, confusi, e fintzes profusi po totu su chi àtere ndhe at bófiu fàere de noso e de sa terra nosta). 

Epuru prus de unu at pentzau a un'innu natzionale e assumancu unos cantu ndhe depo pònnere in contu. a) Su primu «Hymnu sardu nationale» est cussu chi at iscritu Vitóriu Angius, Cunservet Deus su Re!, cantau sa primu borta in Castedhu su 1844. 

Si biet chi su cuncetu de natzione e de sardu in sa conca de cust'ómine no fiant ancora cunfúndhios cun cussos de s'Itàlia (depiant ancora bènnere is annos de is "guerre d'indipendenza" po fàere s'istadu Itàlia, e su rullu cumpressore suo po "fare gl'Italiani" istrecandho s'identidade nosta). 

 Ma ite àteru si podet cunsiderare cust'innu si no su càntidu de Sardos istérrios a tapeto po unu rei (e passet ca fiant tempos de monarchia) istràngiu e pruschetotu atore principale e in prenu de su domíniu piemontesu chi at disastrau is Sardos de is tempos de tandho e de apustis? 

Bastat giai custu Cunservet Deus su Re! po cumprèndhere ite fut semenandho V. Angius: s'importante fut a "cunservare" su rei, e is Sardos si podiant iscallai puru, po issu! Sardos eja, natzione puru, e cantu coragiosos! («solu in sa morte cèdere/ soliat su sardu») ma po serbire is àteros e no po sa dignidade, po su bisóngiu e libbertade de su pópulu nostu! 

 Si cunsiderent custos versos po cumprèndhere méngius: «Indica un adversariu / Et horrenda da su coro / Scoppiat s'ira ipsoro /A unu tou cinnu, o Re!» e «Comanda su qui piagati / Si bene troppu duru,/ E nde sias tue seguru / Qui hat a esser factu, o Re!». 

Chie est su «adversariu» de is Sardos? Contr'a chie «scoppiat s'ira» de is Sardos? Nosi dhu narat unu rei istràngiu e colonizadore de is Sardos! Is Sardos depeus tènnere is nemigos chi decidint is àteros!

 E deasi a is Sardos dhos ant arruolaos, coment'e bona carne da macello, e fatu fàere totu is guerras chi at tentu de fàere s'Itàlia, de cussas de sa libberatzione sua a cussas de sa colonizatzione de is africanos: Austríacos, Francesos, Líbbicos, Abbissinos, Albanesos e àteros. Piemonte e Itàlia nosi ant fatu fàere su ruolu de "mastini", de is canes "fedeli, obbedienti", "diavoli rossi", fintzes "eroi" e "medaglia d'oro" in gherra bochindho "nemici", ma bonos a nudha e delincuentes, "banditi", taglionaos puru in logu nostu (si pentzet solu a s'istória de Samuele Istocchinu de Àrtzana o de Raimundu Atzeni de Arbus po no cricare totu sa chistione de is "banditi" sardos). 

In sa matessi idea, de tapeto cunfúndhiu cun chie dhue passat apitzu, est in prenu su prus reghente Dimónios (ca calecuna idea de fàere custu a innu natzionale no mancat!): si podet solu aciúnghere chi coment'e classificatzione de is Sardos, e ideale de identificatzione cun is dimónios, no est mancu malu!… Pregonta: Is Sardos nosi depeus ancora istèrrere a tapeto po is istràngios e sighire a fàere sa peus istória ischifosa chi aus connotu e seus connoschendho? Giai est tempus de dh'acabbare cust'istória maca, po èssere una bona borta gente cun sa dignidade de sa gente e fàere un'istória chi tenet sétiu no solu po noso ma po totu s'umanidade! b) Un'àteru testu chi si pentzat de propònnere coment'e innu natzionale est cussu de F.I. Mannu, Su patriotu sardu a sos feudatàrios, cumpostu in su trumbullu de sa gherra de is Sardos, cun sa ghia prus connota de Giommaria Angioy (1795-96), po che bogare su feudalésimu chi at iscaminau e iscambau sa Sardigna e is Sardos fintzes a tempos chi in dónnia parte de s'Europa custu sistema económicu, sociale e políticu fut isparéssiu de séculos ma agguantau in Sardigna 'gràtzias' a su domíniu piemontesu. 

Su patriotu sardu a sos feudatàrios, prus connotu coment'e Barones sa tirannia, tenet totu un'àtera dignidade de is chi apo numenau innanti. Tocat de nàrrere chi s'idea de is Sardos coment'e natzione (e de su sardu coment'e limba natzionale) in cussos tempos giai dha teniant (sa cunfusione naschet cun s'Itàlia/Regno d'Italia prus de mesu séculu apustis); ma tocat a nàrrere puru chi est in is úrtimos barant'annos de s'istória nosta prus reghente chi si foedhat e creschet s'idea de natzione sarda e de totu su chi dhi pertocat. 

De seguru no fut custa s'idea chi portaiat in conca F.I. Mannu, e ne po s'iscopu nostu at iscritu s'innu, cun totu chi s'idea de sa Sardigna coment'e colónia de is Piemontesos giai dha teniat crara (fintzes si no at fatu sa fine de Angioy e ne de medas àteros Sardos bochios e ingaleraos, ma fatu carriera cun su domíniu). 

Cust'innu est in poesia una summa de s'istória de is Sardos, fata comente si podet fàere in 47 pesadas, e tenet s'iscopu de mòvere is Sardos po s'iscabbúllere de is barones isfrutadores parassitas. Ma fintzes cun totu s'arrespetu e aprétziu chi dhi tocat e dhi depeus (làstima chi sa gente no dhu connoscat, ca dhue podeus lígere fintzes is peus cosas de s'istória de oe), no est però testu addatu in peruna manera po èssere un'innu natzionale. Intanti, de unu testu deasi longu si acabbat chi si ndhe cantat solu una parte, in pràtiga si cantant is pesadas 1, 46 e 47. 

E ite narat? Provaus a cunsiderare is versos «custa, póbulos est s'ora», «como chi est su filu ordidu», «candho si tenent su bentu» chi si ligent in is pesadas 46 e 47: podent andhare bene in d-una situatzione comente fut cussa de is bidhas chi a unas a unas si fiant cumenciandho a furriare a is feudatàrios (e comente s'iat a pòdere nàrrere fintzes de oe). Ma un'innu natzionale depet fàere una cosa chi andhat bene sèmpere, ca est ora sèmpere, e no solu como o custa, po s'iscabbúllere de is abbusos, e si est su bentu tocat a dhu fàere pesare noso fintzes si no si pesat a solu, e sèmpere tocat a ordire su filu de sa libbertade e de s'arrexone de is cosas giustas. 

Un'innu no podet èssere una cosa chi balet po una pariga de annos. Ma, mescamente, a chie est foedhandho e ite dhi narat cust'innu? Est foedhandho a is barones (Procurad'e moderare, barones, sa tirannia!): prus indiritzu isbagliau no si ndhe podet agatare po un'innu natzionale, fintzes faendho contu chi is barones puru si podent cunvertire a un'ideale giustu (ma si podet isperare chi dhu fatzat solu calecunu) o chi oe, mutatis mutandis, no ischeus mancu prus chie funt is barones, ma giai est craru ca dhue ndh'at e mancu pagos, e parassitas e aprofitadores che a sèmpere. Ma est a su coro bonu, a sa bona volontade, a sa cusciéntzia, a s'inteligéntzia e cultura civile de totu sa gente chi tocat a foedhare, no a su portafógliu surdu o a sa piedade de is isfrutadores! E si provet a pentzare ite bolet nàrrere cussu procurade de moderare sa tirannia! Duas cosas ambas duas assurdas: 1. unu pópulu ingenugau pregandho, pregandho is barones!; 2. chi sa tirannia giai andhat bene: andhat male solu si est tropu, e tandho bastat de si moderare, de no esagerare! 

Sa tirannia, custa puru de cunsiderare mutatis mutandis, andhat male sèmpere e totu; e si est a pregare depeus méngius pregare a Deus, no is barones. Comente dhue at un'àtera idea assolutamente isbagliada: s'ammeletzu (si no, pro vida mia, torrades a pè in terra!). Unu pópulu si depet iscabbúllere, no meletzare nudha a neune! 

Depeus pentzare bene a su chi is Sardos aus fatu, a propósitu de domíniu sociale e mescamente istràngiu, ca custu, su domíniu istràngiu, est su chi at amparau fintzes su domíniu sociale a is tempos de sa rivolutzione angioina e ancora dh'amparat e pruschetotu est sa chistione prus manna, sa chistione vera de is Sardos ancora e sèmpere de prus in is tempos de sa responsabbilidade nosta, oe. Is versos 7-8 de sa primu pesada narant: e comintzat sa passéntzia / in su pópulu a mancare. 

Custu de cumenciare a mancare sa passiéntzia, si seus arregistrandho unu fatu naraus de crònaca, si deasi est, deasi tocat a nàrrere. Ma a dhu pònnere coment'e testu de un'innu natzionale est abberu cosa chi no istat bene ne in chelu, ne in terra e mancu in s'iferru! Iat a èssere chi sa passiéntzia de is Sardos est prus de dughentos annos cumenciandho a bènnere mancu e dha proponeus po àteros séculos puru? Ite passiéntzia est istétia e depet sighire a èssere custa de is Sardos? Iat a pàrrere prus sa passiéntzia de is burricos, o de is dormios, de is pistadores de abba, chi no sa passiéntzia de s'arrexone de gente ischidada chi portat conca! 

Ca intanti sa chistione de is Sardos arrechedet totu sa passiéntzia e s'impegnu de una vida, in totu is séculos, ca sèmpere sa gente depet èssere gente, e no depet èssere sa passiéntzia de un'aconcada sa die chi perdeus (perdeus!)… sa passiéntzia! Sa passiéntzia de baliare is peus cosas trotas tocat a dha pèrdere totu, antzis tocat a no ndhe tènnere nudha, ca su chi serbit sèmpere e totu intrea est sa passiéntzia de fàere su chi andhat bene, ca custu arrechedet a donniunu de noso totu intrea e manna sa capacidade de sighire in calesiògiat tempus de s'istória, est sa passiéntzia de s'inteligéntzia e méngius capacidades morales, culturales e políticas po fàere is cosas comente andhant bene o podent èssere prus giustas. 

Pentzo chi solu una dose manna de mandronia mentale nosi potzat cumbínchere chi Procurad'e moderare faet a dhu propònnere coment'e innu natzionale. E tocat fintzes a fàere unu cunsideru. Procurad'e moderare si cantat a sonu de dillu, de ballu. E chi su ballu pragat a is Sardos giai est seguru (ndhe sonant a deghinas!). Ma a no si cumprèndhere si seus cantandho unu motivu sériu (e mancari de una seriedade prexada, comente depet èssere) o ispassiandhosi in divertera, no mi paret de gente chi faet cosas in su sériu candho tocat a èssere sérios, e sa prima seriedade dha depeus tènnere cun noso etotu. c) Meda prus dignitosu e de aprétziu est Pàtria amada de Benito Saba (premiau in Otzieri su 2009), siat po is cuncetos chi narat e siat ca no est tanti longu (ma custu puru est de 8 pesadas, prus sa chi iat a dèpere èssere, creo, s'arretroga). 

Fatzo solu calecuna osservatzione: dh'at iscritu in chimbe o ses foedhadas diferentes, cosa chi no giaet própriu s'idea de unidade de is Sardos, ca est male po noso si no curreus a nosi cunsiderare Sardos de totu sa Sardigna e de totu sa limba sarda a su puntu chi dónnia foedhada dha depeus cunsiderare nosta in prenu, a su puntu chi una calesiògiat foedhada nosi arrapresentat in prenu! Coment'e música est cussa etotu de Giovanni Gonella po Cunservet Deus su Re! de Deus nosi ndhe campet, fintzes si is gustos funt gustos, e giai faet a ndhe fàere naschire àteros. S'Innu Fortza paris! Intanti, is testos chi apo numenau dhos podeis agatare totu in internèt e po cussu innoghe pòngio solu su testu de Fortza paris! Custu est naschiu su 1985 candho dh'iat cumpostu sa música su Maistu Ennio Camedda e deasi dh'apo pubblicau su 1991 in su libberedhu meu Po chi líbbera torres e sias!, is poesias de su tzacu, de su fele, o chi deasi podent pàrrere si no ischeus cumprèndhere totu su sensu de su chi ligeus. 

S'idea de ndhe fàere un'innu natzionale est créschia apustis a pagu a pagu e una parte de su testu dh'apo cambiada gràtzias a sa crítiga de Bachis Bandhinu. E in custa versione dh'at iscoberta giustu giustu un'annu a como su Maistu cumposidore Mariano Garau chi dhi at cumpostu sa música chi tenet como. E issu etotu si est interessau no solu a preparare su Coro Polifónicu de Iglésias chi dirigit, ma a cricare fintzes àteros Coros – su de Arbus de sa Maista Anna Maria Dessí e cussu de Sedhori de su Maistu Antoni Pittau – po dha fàere cantare, e at cricau un'àteru Maistu, su Diretore de sa Bandha musicale de Arbus, Giuanni Foddai, po dhi fàere adatare sa música po dha sonare sa Bandha. E deosi est como s'Innu de sa natzione fatu a CD chi giaeus in donu a is invitaos in sa presentada chi aus a fàere a metade de abrile. Lasso a totu is chi ligent e intendhent su cunsideru apitzu de su testu (dónnia foedhu meu iat a èssere de parte), e apitzu de sa música chi deo aprétzio meda, e méngius puru comente dha sonat sa Bandha, e aprétzio meda comente dhu cantant is Coros chi si funt preparaos po dha registrare e fàere su CD. 

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At a èssere Fortza paris! s'innu natzionale de is Sardos? Po s'idea de is Autores est unu sèmene de istima e de unidade betau in sa terra bona de is Sardos, cunvintos chi is Sardos teneus is capacidades puru de dh'ischire coltivare po giare totu su méngius frutu. Ma a dónnia modu is Sardos depeus ischire fàere abberu un'isfortzu mannu po arrennèscere a cantare prexaos cun s'isperàntzia chi sola tenet sensu, cussa de èssere unu pópulu uniu, cuncordu ifatu de sa bandhera nosta chi nosi unit e no de sa bandhera istràngia chi s'ispratzit, si depeus ichire istimare e iscabbúllere de su domíniu e de unu muntone de males chi naschent de su èssere unu pópulu e una terra oe in manos angenas, po istare in terra nosta, e impare a totu is àteros pópulos in su mundhu, coment'e pópulu líbberu e responsàbbile, cun totu sa dignidade e is cunditziones económicas e sociales chi dhi pertocant de diritu e de dovere, ca no si cumprendhet poite is Sardos de oe iaus a dèpere èssere prus pagu abbistos e balentes de is Sardos de s'antigóriu chi ant ischípiu fàere una civiltade de grandhe valore (nuràgica e giudicale), o poite iaus a dèpere èssere prus pagu abbistos e balentes de àteros pópulos líbberos e in cunditziones méngius de noso cun totu chi funt prus piticos de su nostu e fortzis mancu tenent risorsas prus de sa Sardigna. Is Sardos no depeus prus abbasciare sa conca prenos de avilimentu! Noso depeus coltivare un'ideale giustu e necessàriu, cambiare ideas e mescamente cumportamentos po èssere gente! 

Mario Puddu

S'Innu de sa Natzione

Fortza paris!
Una gente una limba una terra
In is séculos tenta a cadenas,
Irdorruta de ungas angenas
Bogat cara a su mundhu avilida.
Pesa! E bae in sa lughe a sa vida,
O Natzione de numen Sardigna:
Beridade prus santa e prus digna
Est chi líbbera sigas e sias!
____Fortza paris e totus unios
____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
O Sardigna donosa e galana,
Pinzellada de manu divina,
A giardinu ti peses de istima
Cun is Pópulos totu in sa paghe!
Chi si cumprat de s’Umanidade
Cudh’ispera de méngius destinu
Totu paris faendho camminu,
No prus gente cracada, oprimios!
____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
Cantos Sardos gherrandho sunt mortos
Po onorare sa Pàtria nadia
Torrent bios un’àtera bia
Po si giare virtudes d’eroe!
Fae crèschere, o Sardu de oe,
Cudhu semen de frades tesanos:
Su destinu est iscritu in is manos
Si dhu’at bonu sentidu in is coros!
____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!____Fortza Sardos e totus unios____Cun sa mente e su coro a s’insigna!____Fortza paris, Natzione Sardigna,____Po chi líbbera sigas e sias!

“Fortzabàrisi!
“Unagènte unalímba unadèrra
“Inisséculos tènta acadènas,
“Irdorrúta deúngas angènas
“Bogacàra assumúndhu avilída.
“PesaEbbàe insalúghe assavída,
“ONatziòne denúmen Sardígna:
“Beridàde prussànta eprurdígna
“Eschilíbbera sígas essías!
____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!
“OSardígna donòsa eggalàna,
“Pinzellàda demànu divína,
“Agiardínudibèser deistíma
“CunisPópulos tótu in sabàghe!
“Chisigúmpra ddessúmanidàde
“Cudhispèra deméngiur destínu
“Totubàris faèndhogammínu,
“Noprurgèntegracàda, oprimíos!
____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!
“CantosSàrdor gherràndho sunmòrtos
“Ponoràre saBàtria nadía
“Torrenbíos unàteraía
“Posijàre virtúder deròe!
“Faegrèschere, oSàrdu deòe,
“Cudhusèmen devràdes tesànos:
“Sudestínu estiscrítu inirmànos
“Sidhuabbónu sentídu iniscòros!
____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!____“FortzaSàrdos etótus uníos____“Cunsamèntessugòro assinsígna!____“Fortzabàris, Natziòne Sardígna,____“Poghilíbbera sígas essías!”