domenica 28 luglio 2013
On 04:17 by SA DEFENZA No comments
"L'Ignava Sardegna" e "L'Ugnone Sarda" due nemici mortali per la Sardigna
Bruno Sini
Venerdì scorso 27 luglio 2013 è iniziata la protesta dei giornalisti della "Ignava Sardegna" contro la "paventata" iniziativa del suo gruppo editoriale di trasferire la sede legale del giornale a Roma (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/07/25/news/la-nuova-sardegna-in-sciopero-il-comunicato-del-cdr-1.7477949).
Come ho avuto gia modo di dire altrove, fondamentalmente, per me questa spero non solo paventata notizia, rappresenta paradossalmente una buona novella:
"Donzi tantu una bona nova, (mancu male!): Sa "Ignava Sardigna" che tramunat sa sea legale a Roma ... est una de sas pagas cosas de bonu chi apat pòtidu fàghere in sos ùrtimos chimbant'annos - assumancu, che a cane de sutamesa, est pius a curtzu pro lìnghere su foddone a sos meres."
"Peruna solidariedade chin su zornaleddu e chin sos teracheddos de "S'Ignava Sardigna", àntzias, isperemus chi lis fetant iscrìere in trasteverinu, pro cuntratu, sos pagos artìculeddos cagados chi lis sunt abbarrados in manos ... (giòmpidu chi de su sardu si nde sunt semper birgonzados - leze de su cuntrapassu ahahahah)"
"...custu zornale est bonu ebbia a ch'imbolare in galera sos innotzentes (ca finas a proa contrària chie si siat est e devet èssere cunsideradu innotzente finas a s'ùrtimu gradu de giudìsciu - pro "S'Ignava" nono, issa ispudat sentèntzias e faghet peta è masellu chin sos dèbbiles tando chi assolvet, semper, sos pius fortes e-i sos pius angazos) e a imprentare sas velinas de sas cuesturas ... No perdet nudda sa Sardigna, àntzias si diat tancare in totu sa veridade nde diat a àere bonu profetu."
" ...S'Ignava Sardigna, paris chin sa sorrastra "Ugnone" sunt duos trastes de sos pius poderosos, in manu a sos colonialistas e a sos autocolonialistas, pro nch'istrumare sa limba e-i sa cultura nostra. S'àtera àima de timire abberu est s'universidade..."
"... A Brunu Bellomonte lu poniant in fotografia semper a costazu a unu mitra betzu (imbasciada subliminale), pro che cunvìnchere sa zente chi fit romasiza de galera ... ca custos zornaleddos impitant mètidas litzitas, pius pagu lìtzitas e, a bia, de bandidos nòdidos. ..."
"... Su peus est a pensare chi custu tribàgliu "brutu" lu faghent fàghere a zente nostra a posca de lis àere samunadu bene su cherveddu, pro unu piatigheddu de lentizas, su pius de sas bias ... che a nàrrere: innantis faghèlos isgeunare a longu (chin leges libberticidas fatas a posta pro issaèschere a donz'unu chi s'atrivat a si proare a produire calchi cosa) ... posca addaghi dent èssere caschende pro su fàmine tando lis azis a pòdere fàghere fàghere (e nàrrere) cale si siat cosa. Che a sos militares etotu: sa vida pro sa pàtria ... ANZENA! ..."
Si portino persino le rotative a Roma e tutti gli annessi e connessi, chè di spazzatura in zona ne abbiamo già abbastanza.
Finalmente adesso abbiamo "l'Ugnone Sarda" a spezzare una lancia a favore della nostra terra ed a perorarne le sue giuste ambizioni di riscatto ed emancipazione sociale.
In una "colta" ed "acuta" nota datata 27 luglio 2013 e firmata dal neodirettore del giornalaccio, Anthony Muroni (nato a Perth, Australia, da padre, presumibilmente, di Tresnuraghes) ci viene spiegata finalmente l'origine di tutti i mali della nostra isola.
Il giornalista di origini australiane esordisce scrivendo:
"Ben venga il dibattito sui sovranismi, gli indipendentismi, gli autonomismi, le ingiustizie di Roma-ladrona e matrigna, lo sfruttamento da parte delle lobby italianiste. Ma se c’è una cosa insopportabile, in noi sardi, è la tendenza ad appiccicare l’etichetta “Sardo è meglio” a tutto quel passa, nasce, vive o cresce sul perimetro terracqueo dell’antica terra di Ichnusa..."
vi risparmio di citarvi il resto per non crearvi problemi di stomaco, comunque chi "intendesse farsi una cultura" può sempre leggersi la tragica raccolta di elucubrazioni notturne di una pazza notte di messa estate direttamente dal suo blog: http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2013/07/27/perche-i-sardi-non-sono-migliori-o-peggiori-degli-altri/?replytocom=168#respond
Ora, a parte l'articoletto che sa tanto di temino da ragazzino delle medie infarcito di luoghi comuni e di improbabili "sentito dire", ciò che stupisce di più è il fatto che dal "pezzo" traspare anzittutto una marcatissima dose di autocolonialismo corroborata da un massicio impiego di false verità di stampo neocolonialistico affastellate alla bell'e meglio in modo grossolano e disordinato per costruire un fantastico castello di falsi preconcetti che dovrebbero, alla fine, dimostrare il pseudopostulato noto, purtroppo, a tutti i sardi che abbiano frequentato le scuole elementari italiane, sulla presunta e dogmatica supremazia della cultura italiana sulla cultura de su "connotu".
Arrampicandosi sugli specchi ed usando pillole di millantate esperienze personali o raccolte qua e là per i monti della Planargia, l'australiano vorrebbe smontare qualunque pretesa resistenziale della "subcultura sardignola" nei confronti dell'imbarbarimento assoluto della cultura della globalizzazione.
Ricordo, in ogni caso, all'arguto tutologo che osa spaziare dalle ultime teorie delle neuroscienze passando per dotti elementi di antropologia applicata per giungere, piuttosto temerariamente ed alquanto acrobaticamente, alla storiografia comparata, che, da che mondo è mondo, tutti popoli degni di tale nome si sono costruiti dei miti che altro non sono che uno spudorato quanto necessario tentativo di ogni etnia di certificare la supremazia della propria cultura e del proprio essere rispetto agli altri popoli;
ciò accadde per gli ittiti come per gli egiziani, per i greci come per i persiani, per gli indiani come per i romani ed accade oggi per i francesi come per gli inglesi piuttosto che per i tedeschi e soprattutto per gli italiani che hanno costruito, ad hoc, tutta una serie di verità storiche (leggibili nei testi scolastici e non solo) che non corrispondono assolutamente ad una realtà oggettiva ma rappresentano un meschino tentativo di dare sensatezza ad una costruzione fantastica ed abortita qual è quella del concetto di nazione italiana.
Le grandi balle storiche raccontate nei testi italici, soprattutto il grande imbroglio perpetrato nei confronti della Sardegna con la fusione perfetta e le baggianate antistoriche ed assolutamente mendaci del supposto eroismo delle truppe sarde nelle varie guerre e soprattutto nella prima guerra mondiale, rappresentano pienamente il progetto menzognero e fraudolento portato avanti dal colonizzatore ... non scordiamoci che le orde di ragazzini diciotenni strappati alle poverissime famiglie sarde e mandate in prima linea contro gli austriaci come vera e propria carne da macello, venivano prima storditi con poderose dosi di alcoolici e poi costrette a gettarsi nel corpo a corpo contro le temibili armate austriache con un moschetto puntato alle spalle, nel caso vi fosse stato anche solo il benchè minimo segnale di titubanza all'assalto da parte dei poveracci giovanotti sardi costretti al moto: "sa vida pro sa patria ... anzena".
Da tutto l'abborracciamento confuso ed infantile dell'articolo si capisce che l'Antony ben poco sa di come effettivamente si siano svolti i principali fatti storici di questa martoriata terra e fa passare il concetto che come popolo soggiogato e da sempre sottomesso, i sardi non possono nemmeno sognare di crearsi una propria mitologia e poter anche solo immaginare di essere un popolo normale, con i propri pregi ed i propri difetti ma, anche, con i propri miti necessari e da tramandare alle future generazioni.
"L'Ugnone Sarda" e "l'Ignava Sardegna" rappresentano due temibili bracci del dominatore utilizzati da sempre per tenere soggiogato un popolo che niente avrebbe da imparare da una popolazione di villani ed insulsi trufaldini per giunta inoperosi i cui interessi mai e poi mai hanno corrisposto nè tanto meno potranno coincidere in alcun modo con le ambizioni e le prospettive del popolo sardo.
In ultima anàlisi il ragionamento del Mureddu, oltre ad essere scorretto si rivela non assolutamente all'altezza del direttore di un quotidiano che vorrebbe ambire a definirsi sardo; ma è anche fraudolentemente subdolo e fuorviante in quanto, alla pari della questione della richiesta di bilinguismo fatta recentemente da quattro consiglieri del comune di Cagliari: http://www.enricolobina.org/wp/2013/06/20/bilinguismo-a-cagliari-la-lettera-al-sindaco-e-alla-stampa-per-un-dibattito-pubblico/ , vede le cose rovesciate ... nel caso del consiglio comunale di Cagliari la mozione venne bociata con motivazioni del tipo: -Sarebbe una forma di discriminazione nei confronti dei cittadini che non parlano il sardo (sic!) - .
Sarebbe come dire che la tutela va fatta per le maggioranze, non per le minoranze linguistiche (roba da far accapponare la pelle a chiunque abbia un microgrammo di raziocinio!). Nel caso del Muroni invece l'obiettivo non è tanto lo sciovinismo italiano che tende a pervadere qualunque spazio sardo ma qualche sparuto tentativo di reazione del popolo isolano allo scempio della palese opera di desardizzazione messa in atto dal colonizzatore.
Comunque, caro Anthony Muroni, se per te ciò che accade in Sardegna è così insopportabile non ti rimane altro che prendere il primo aereo per Perth o per Brisbane e tornartene là da dove sei venuto.
martedì 23 luglio 2013
On 07:20 by SA DEFENZA No comments
150° anniversario della BAYER: La storia smacchiata della società
CBG Coordination gegen BAYER-Gefahren/Coalition against BAYER-Dangers
La BAYER sta organizzando costose celebrazioni per il suo 150° compleanno, ma i numerosi crimini della sssocietà non sono neanche menzionati nelle pubblicazioni commemorative. Invece di riconoscere la propria responsabilità nell'utilizzo di lavoratori forzati, nello studio e produzione di gas velenosi e di prodotti farmaceutici mortali, il passato dell'impresa viene completamente ignorato. La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer ha introdotto delle contromozioni alla prossima assemblea degli azionisti della Bayer per evidenziare il lato oscuro del passato della BAYER.
Per il suo 150° anniversario, la BAYER sta organizzando numerose attività celebrative con importanti ospiti. Una aeronave costruita per l'occasione promuoverà la Compagnia in tutti cinque i continenti e una mostra farà il giro del mondo. Ma i periodi oscuri nella storia della società sono stati completamente ignorati nelle celebrazioni. Argomenti come la contaminazione ambientale, gli avvelenamenti da pesticidi, le proteste dei lavoratori e la collaborazione col Terzo Reich sono semplicemente assenti.Philipp Mimkes della Coalizione contri i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania) afferma: "La Bayer, facendo parte della tristemente famosa IG Farben, è stata implicata nei più crudeli crimini della storia dell'uomo. Una sua sussidiaria forniva il Zyklon B per le camere a gas. La società ha anche costruito una gigantesca fabbrica direttamente ad Auschwitz e, per alloggiare gli operai/schiavi, gestiva il suo personale campo di concentramento in cui morirono decine di migliaia di persone.
Altri fatti dalla storia della Compagnia:
=> Ogni pubblicità della BAYER include un riferimento all'invenzione dell'Aspirina nel 1898, ma nessuna dice che, quasi simultaneamente, la Compagnia ha introdotto nel mercato l'Eroina, come sciroppo per la tosse, in particolare dei bambini. Non molto tempo dopo il suo lancio commerciale, i medici fecero notare il potenziale di dipendenza dall'Eroina. Ciononostante, la BAYER ha continuato una campagna pubblicitaria globale sull'Eroina, per altri 15 anni.
=> Carl Duisberg, per decenni Direttore Generale della BAYER, è stato personalmente implicato nello sviluppo dei gas tossici durante la Prima Guerra Mondiale e ha fatto pressioni perché fossero usati al fronte, in contravvenzione alle leggi internazionali. Duisberg ha richiesto la deportazione di decine di migliaia di cittadini belgi da utilizzare per lavori forzati e ha incoraggiato l'annessione di grandi aree dell'Europa dell'Est.
=> Per decenni, Duisberg ha sostenuto attivamente la fusione dell'industria Chimica tedesca per creare la IG Farben. Il gruppo, fondato nel 1925, era allora la più grande impresa d'Europa. Essa rifiutò la repubblica di Weimar e fece generose donazioni ai partiti conservatori nazionalisti e più tardi ai Nazisti.
=> IG FARBEN è stata strettamente coinvolta nella guerra di conquista del Terzo Reich. La Compagnia seguiva le forze armate nei paesi europei conquistati e in poche settimane prendeva possesso di gran parte dell'industria chimica del paese, delle miniere e della produzione di carburanti. Kurt Hansen, che più tardi diventò Presidente del Consiglio di Amministrazione della BAYER, giocò un ruolo chiave in tali rapine.
=> Al Processo di Norimberga, la IG FARBEN ebbe un procedimento tutto per sé. Un documento del processo afferma: "E' fuori discussione che medici delle SS abbiano condotto esperimenti sui prigonieri dei campi di concentramento. Questi esperimenti servivano espressamente per provare i prodotti della IG FARBEN".
I dirigenti dell'IG Farben giudicati a Norimberga
=> Dopo aver scontato le sentenze, i dirigenti condannati a Norimberga poterono proseguire indisturbati le loro carriere. Fritz ter Meer, per esempio, divenne Presidente del consiglio di sorveglianza della BAYER. Durante il suo interrogatorio a Norimberga, aveva affermato che i lavoratori/schiavi di Auschwitz "non erano stati fatti soffrire particolarmente, dal momento che dovevano comunque essere uccisi". La BAYER ha addirittura intitolato a suo nome una fondazione, la "Fondazione Fritz ter Meer".
=> Nei laboratori della Bayer, è stata portata avanti la ricerca sui gas bellici. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'inventore del SARIN e del TABUN, il dottor Gerhard Schrader, è stato a capo del dipartimento pesticidi della Bayer. Durante il periodo della guerra nel Vietnam, la Bayer è stata implicata nello sviluppo dell'Agente Arancio. La produzione veniva fatta alla MOBAY, una ditta creata dalla MONSANTO e dalla BAYER.
Il buon Dottore Schrader con la famigliola
Sintomatica di come la BAYER considera la sua storia, è l'assegnazione del premio Hansen Family Award nel marzo del 2013. Il premio, presentato a Berlino dall'amministratore delegato della BAYER Marijn Dekkers, era stato in origine donato dall'ex presidente del Consiglio Direttivo, Kurt Hansen. Hansen era entrato nel partito nazista nel 1931. In IG FARBEN era divenuto capo del "Dipartimento centrale per l'approvvigionamento di materie prime", che ha avuto un ruolo importante nella guerra. Il passaggio senza scosse da IG FARBEN al Gruppo BAYER si palesa nella figura di Kurt Hansen. Fino ad ora, la BAYER non ha mai intrapreso uno studio indipendente della storia della società.
Secondo la Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer, il Consiglio Direttivo della BAYER è responsabile per questa rappresentazione fuorviante della storia della società. Perciò, alla prossima Assemblea degli Azionisti BAYER, che si svolgerà a Colonia il 26 aprile, il suo operato non deve essere ratificato. La Coalizione ha introdotto delle contromozioni che sono state pubblicate sul sito web della BAYER.
venerdì 19 luglio 2013
On 15:39 by SA DEFENZA No comments
PUBLICATU SU CD “S’INNU DE SA NATZIONE FORTZA PARIS!” DE MARIO PUDHU PRESENTATZIONE UFITZIALE A SU CINETEATRU DE SARDARA SU 13 APRILI 2013
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S'Innu de sa Natzione Fortza paris! Cust'innu bolet èssere una proposta, unu sèmene betau in sa terra bona chi est su coro de is Sardos.
Coro bonu, eja, e medas bortas fintzes tropu e guvardu puru cun is istràngios chi nosi dóminant (o chi benint a nosi salvare!…), e prus de una borta susuncu, arrestigu, e tirriosu puru cun is Sardos etotu, ma no ca is Sardos no teneus sa capacidade de nos'istimare! Is Sardos ischeus tènnere sentidos fortes e bonos puru e si pentzaus male de noso etotu tocat solu a ischire e cumprèndhere poite.
A lígere s'istória de is úrtimos séculos, unu domíniu chi nudh'àteru si podet nàrrere si no domíniu nosi at fatu fàere allenamentu a sa disistima tra noso, a pèrdere fintzes sa fidúcia necessària chi depeus tènnere in noso etotu, nosi at portau a isperare solu in chie no est pentzandho a noso si no coment'e terra de afàrios chi no torrant paris cun is nostos.
E is arresurtaos giai si bient puru in dónnia cosa, de s'economia, a sa demografia, a sa cultura, a su guvernu: unu pópulu disastrau e sèmpere de prus ispérdiu emigrau!
Agiummai no ischeus mancu chie e ite e ne ue seus, gente cun is orrodas isgónfias cun pagu e nudha fidúcia e isperàntzia in noso etotu, chentza entusiasmu perunu po is chistiones nostas: is Sardos current in medas e si callentant solu si benit calecunu de fora a nosi pigare che a sèmpere. E noso sigheus a dipèndhere, a prànghere e a fuire.
Ma in su coro de is Sardos puru podet crèschere, e fàere totu s'isvilupu necessàriu, su sèmene bonu de s'istima, de su coràgiu, de s'isperàntzia, po che arresurtare a èssere gente, unu pópulu, una natzione de gente líbbera e responsàbbile de su destinu nostu fintzes in custu mundhu fatu a bidha, ca assumancu sa Sardigna dhue depet èssere po is Sardos.
Sursum corda! s'iat a pòdere nàrrere pentzandho a comente seus oe disanimaos e a comente tocat a èssere. E si custu incídiu e incoragimentu tenet sensu po andhare abbia a su Segnore, Segnore de sa libbertade e de sa responsabbilidade assoluta, ateretanti ndhe tenet po èssere gente, po fàere su matessi camminu de sa libbertade e de sa responsabbilidade, po èssere umanidade in prenu! Ndhe depeus artziare sa conca e is ogos chi portaus de tropu tempus abbasciaos po sa bregúngia e is bregúngias e dannos de su domíniu, castiare in fàcia sa realtade nosta e angena e istare in su mundhu cun sa matessi dignidade de is àteros pópulos.
No est su "orgoglio" de is cosas chi no podeus contare a bàntidu (cosas de rimproverare a noso etotu ndhe teneus e mancu pagas), ma s'ànimu, su coràgiu, úmile, seguru e firmu, de totu sa dignidade chi teneus e depeus tènnere ca seus noso puru umanidade.
Su sensu de un'innu natzionale est custu de incidare a tènnere coràgiu, ànimu, isperàntzia, a nosi arreconnòschere e istimare nos'àteros etotu, a nos'identificare coment'e pópulu e fàere fortza paris po totu su chi nosi pertocat de diritu e de dovere, e fintzes coment'e méritu, in terra nosta, ca de seguru no nosi mancant is capacidades si pagu pagu arrennesceus a s'iscabbúllere de is illusiones e ingannos de chie nosi bolet dipendhentes po torracontos chi no funt in su diritu e dovere colletivu de sa natzione sarda.
Cantos innos natzionales? Is Sardos nosi podeus cunsiderare, oe, nau a sa campidanesa, iscallaus (de su 1848 e 1861 fusi, confusi, e fintzes profusi po totu su chi àtere ndhe at bófiu fàere de noso e de sa terra nosta).
Epuru prus de unu at pentzau a un'innu natzionale e assumancu unos cantu ndhe depo pònnere in contu. a) Su primu «Hymnu sardu nationale» est cussu chi at iscritu Vitóriu Angius, Cunservet Deus su Re!, cantau sa primu borta in Castedhu su 1844.
Si biet chi su cuncetu de natzione e de sardu in sa conca de cust'ómine no fiant ancora cunfúndhios cun cussos de s'Itàlia (depiant ancora bènnere is annos de is "guerre d'indipendenza" po fàere s'istadu Itàlia, e su rullu cumpressore suo po "fare gl'Italiani" istrecandho s'identidade nosta).
Ma ite àteru si podet cunsiderare cust'innu si no su càntidu de Sardos istérrios a tapeto po unu rei (e passet ca fiant tempos de monarchia) istràngiu e pruschetotu atore principale e in prenu de su domíniu piemontesu chi at disastrau is Sardos de is tempos de tandho e de apustis?
Bastat giai custu Cunservet Deus su Re! po cumprèndhere ite fut semenandho V. Angius: s'importante fut a "cunservare" su rei, e is Sardos si podiant iscallai puru, po issu! Sardos eja, natzione puru, e cantu coragiosos! («solu in sa morte cèdere/ soliat su sardu») ma po serbire is àteros e no po sa dignidade, po su bisóngiu e libbertade de su pópulu nostu!
Si cunsiderent custos versos po cumprèndhere méngius: «Indica un adversariu / Et horrenda da su coro / Scoppiat s'ira ipsoro /A unu tou cinnu, o Re!» e «Comanda su qui piagati / Si bene troppu duru,/ E nde sias tue seguru / Qui hat a esser factu, o Re!».
Chie est su «adversariu» de is Sardos? Contr'a chie «scoppiat s'ira» de is Sardos? Nosi dhu narat unu rei istràngiu e colonizadore de is Sardos! Is Sardos depeus tènnere is nemigos chi decidint is àteros!
E deasi a is Sardos dhos ant arruolaos, coment'e bona carne da macello, e fatu fàere totu is guerras chi at tentu de fàere s'Itàlia, de cussas de sa libberatzione sua a cussas de sa colonizatzione de is africanos: Austríacos, Francesos, Líbbicos, Abbissinos, Albanesos e àteros. Piemonte e Itàlia nosi ant fatu fàere su ruolu de "mastini", de is canes "fedeli, obbedienti", "diavoli rossi", fintzes "eroi" e "medaglia d'oro" in gherra bochindho "nemici", ma bonos a nudha e delincuentes, "banditi", taglionaos puru in logu nostu (si pentzet solu a s'istória de Samuele Istocchinu de Àrtzana o de Raimundu Atzeni de Arbus po no cricare totu sa chistione de is "banditi" sardos).
In sa matessi idea, de tapeto cunfúndhiu cun chie dhue passat apitzu, est in prenu su prus reghente Dimónios (ca calecuna idea de fàere custu a innu natzionale no mancat!): si podet solu aciúnghere chi coment'e classificatzione de is Sardos, e ideale de identificatzione cun is dimónios, no est mancu malu!… Pregonta: Is Sardos nosi depeus ancora istèrrere a tapeto po is istràngios e sighire a fàere sa peus istória ischifosa chi aus connotu e seus connoschendho? Giai est tempus de dh'acabbare cust'istória maca, po èssere una bona borta gente cun sa dignidade de sa gente e fàere un'istória chi tenet sétiu no solu po noso ma po totu s'umanidade! b) Un'àteru testu chi si pentzat de propònnere coment'e innu natzionale est cussu de F.I. Mannu, Su patriotu sardu a sos feudatàrios, cumpostu in su trumbullu de sa gherra de is Sardos, cun sa ghia prus connota de Giommaria Angioy (1795-96), po che bogare su feudalésimu chi at iscaminau e iscambau sa Sardigna e is Sardos fintzes a tempos chi in dónnia parte de s'Europa custu sistema económicu, sociale e políticu fut isparéssiu de séculos ma agguantau in Sardigna 'gràtzias' a su domíniu piemontesu.
Su patriotu sardu a sos feudatàrios, prus connotu coment'e Barones sa tirannia, tenet totu un'àtera dignidade de is chi apo numenau innanti. Tocat de nàrrere chi s'idea de is Sardos coment'e natzione (e de su sardu coment'e limba natzionale) in cussos tempos giai dha teniant (sa cunfusione naschet cun s'Itàlia/Regno d'Italia prus de mesu séculu apustis); ma tocat a nàrrere puru chi est in is úrtimos barant'annos de s'istória nosta prus reghente chi si foedhat e creschet s'idea de natzione sarda e de totu su chi dhi pertocat.
De seguru no fut custa s'idea chi portaiat in conca F.I. Mannu, e ne po s'iscopu nostu at iscritu s'innu, cun totu chi s'idea de sa Sardigna coment'e colónia de is Piemontesos giai dha teniat crara (fintzes si no at fatu sa fine de Angioy e ne de medas àteros Sardos bochios e ingaleraos, ma fatu carriera cun su domíniu).
Cust'innu est in poesia una summa de s'istória de is Sardos, fata comente si podet fàere in 47 pesadas, e tenet s'iscopu de mòvere is Sardos po s'iscabbúllere de is barones isfrutadores parassitas. Ma fintzes cun totu s'arrespetu e aprétziu chi dhi tocat e dhi depeus (làstima chi sa gente no dhu connoscat, ca dhue podeus lígere fintzes is peus cosas de s'istória de oe), no est però testu addatu in peruna manera po èssere un'innu natzionale. Intanti, de unu testu deasi longu si acabbat chi si ndhe cantat solu una parte, in pràtiga si cantant is pesadas 1, 46 e 47.
E ite narat? Provaus a cunsiderare is versos «custa, póbulos est s'ora», «como chi est su filu ordidu», «candho si tenent su bentu» chi si ligent in is pesadas 46 e 47: podent andhare bene in d-una situatzione comente fut cussa de is bidhas chi a unas a unas si fiant cumenciandho a furriare a is feudatàrios (e comente s'iat a pòdere nàrrere fintzes de oe). Ma un'innu natzionale depet fàere una cosa chi andhat bene sèmpere, ca est ora sèmpere, e no solu como o custa, po s'iscabbúllere de is abbusos, e si est su bentu tocat a dhu fàere pesare noso fintzes si no si pesat a solu, e sèmpere tocat a ordire su filu de sa libbertade e de s'arrexone de is cosas giustas.
Un'innu no podet èssere una cosa chi balet po una pariga de annos. Ma, mescamente, a chie est foedhandho e ite dhi narat cust'innu? Est foedhandho a is barones (Procurad'e moderare, barones, sa tirannia!): prus indiritzu isbagliau no si ndhe podet agatare po un'innu natzionale, fintzes faendho contu chi is barones puru si podent cunvertire a un'ideale giustu (ma si podet isperare chi dhu fatzat solu calecunu) o chi oe, mutatis mutandis, no ischeus mancu prus chie funt is barones, ma giai est craru ca dhue ndh'at e mancu pagos, e parassitas e aprofitadores che a sèmpere. Ma est a su coro bonu, a sa bona volontade, a sa cusciéntzia, a s'inteligéntzia e cultura civile de totu sa gente chi tocat a foedhare, no a su portafógliu surdu o a sa piedade de is isfrutadores! E si provet a pentzare ite bolet nàrrere cussu procurade de moderare sa tirannia! Duas cosas ambas duas assurdas: 1. unu pópulu ingenugau pregandho, pregandho is barones!; 2. chi sa tirannia giai andhat bene: andhat male solu si est tropu, e tandho bastat de si moderare, de no esagerare!
Sa tirannia, custa puru de cunsiderare mutatis mutandis, andhat male sèmpere e totu; e si est a pregare depeus méngius pregare a Deus, no is barones. Comente dhue at un'àtera idea assolutamente isbagliada: s'ammeletzu (si no, pro vida mia, torrades a pè in terra!). Unu pópulu si depet iscabbúllere, no meletzare nudha a neune!
Depeus pentzare bene a su chi is Sardos aus fatu, a propósitu de domíniu sociale e mescamente istràngiu, ca custu, su domíniu istràngiu, est su chi at amparau fintzes su domíniu sociale a is tempos de sa rivolutzione angioina e ancora dh'amparat e pruschetotu est sa chistione prus manna, sa chistione vera de is Sardos ancora e sèmpere de prus in is tempos de sa responsabbilidade nosta, oe. Is versos 7-8 de sa primu pesada narant: e comintzat sa passéntzia / in su pópulu a mancare.
Custu de cumenciare a mancare sa passiéntzia, si seus arregistrandho unu fatu naraus de crònaca, si deasi est, deasi tocat a nàrrere. Ma a dhu pònnere coment'e testu de un'innu natzionale est abberu cosa chi no istat bene ne in chelu, ne in terra e mancu in s'iferru! Iat a èssere chi sa passiéntzia de is Sardos est prus de dughentos annos cumenciandho a bènnere mancu e dha proponeus po àteros séculos puru? Ite passiéntzia est istétia e depet sighire a èssere custa de is Sardos? Iat a pàrrere prus sa passiéntzia de is burricos, o de is dormios, de is pistadores de abba, chi no sa passiéntzia de s'arrexone de gente ischidada chi portat conca!
Ca intanti sa chistione de is Sardos arrechedet totu sa passiéntzia e s'impegnu de una vida, in totu is séculos, ca sèmpere sa gente depet èssere gente, e no depet èssere sa passiéntzia de un'aconcada sa die chi perdeus (perdeus!)… sa passiéntzia! Sa passiéntzia de baliare is peus cosas trotas tocat a dha pèrdere totu, antzis tocat a no ndhe tènnere nudha, ca su chi serbit sèmpere e totu intrea est sa passiéntzia de fàere su chi andhat bene, ca custu arrechedet a donniunu de noso totu intrea e manna sa capacidade de sighire in calesiògiat tempus de s'istória, est sa passiéntzia de s'inteligéntzia e méngius capacidades morales, culturales e políticas po fàere is cosas comente andhant bene o podent èssere prus giustas.
Pentzo chi solu una dose manna de mandronia mentale nosi potzat cumbínchere chi Procurad'e moderare faet a dhu propònnere coment'e innu natzionale. E tocat fintzes a fàere unu cunsideru. Procurad'e moderare si cantat a sonu de dillu, de ballu. E chi su ballu pragat a is Sardos giai est seguru (ndhe sonant a deghinas!). Ma a no si cumprèndhere si seus cantandho unu motivu sériu (e mancari de una seriedade prexada, comente depet èssere) o ispassiandhosi in divertera, no mi paret de gente chi faet cosas in su sériu candho tocat a èssere sérios, e sa prima seriedade dha depeus tènnere cun noso etotu. c) Meda prus dignitosu e de aprétziu est Pàtria amada de Benito Saba (premiau in Otzieri su 2009), siat po is cuncetos chi narat e siat ca no est tanti longu (ma custu puru est de 8 pesadas, prus sa chi iat a dèpere èssere, creo, s'arretroga).
Fatzo solu calecuna osservatzione: dh'at iscritu in chimbe o ses foedhadas diferentes, cosa chi no giaet própriu s'idea de unidade de is Sardos, ca est male po noso si no curreus a nosi cunsiderare Sardos de totu sa Sardigna e de totu sa limba sarda a su puntu chi dónnia foedhada dha depeus cunsiderare nosta in prenu, a su puntu chi una calesiògiat foedhada nosi arrapresentat in prenu! Coment'e música est cussa etotu de Giovanni Gonella po Cunservet Deus su Re! de Deus nosi ndhe campet, fintzes si is gustos funt gustos, e giai faet a ndhe fàere naschire àteros. S'Innu Fortza paris! Intanti, is testos chi apo numenau dhos podeis agatare totu in internèt e po cussu innoghe pòngio solu su testu de Fortza paris! Custu est naschiu su 1985 candho dh'iat cumpostu sa música su Maistu Ennio Camedda e deasi dh'apo pubblicau su 1991 in su libberedhu meu Po chi líbbera torres e sias!, is poesias de su tzacu, de su fele, o chi deasi podent pàrrere si no ischeus cumprèndhere totu su sensu de su chi ligeus.
S'idea de ndhe fàere un'innu natzionale est créschia apustis a pagu a pagu e una parte de su testu dh'apo cambiada gràtzias a sa crítiga de Bachis Bandhinu. E in custa versione dh'at iscoberta giustu giustu un'annu a como su Maistu cumposidore Mariano Garau chi dhi at cumpostu sa música chi tenet como. E issu etotu si est interessau no solu a preparare su Coro Polifónicu de Iglésias chi dirigit, ma a cricare fintzes àteros Coros – su de Arbus de sa Maista Anna Maria Dessí e cussu de Sedhori de su Maistu Antoni Pittau – po dha fàere cantare, e at cricau un'àteru Maistu, su Diretore de sa Bandha musicale de Arbus, Giuanni Foddai, po dhi fàere adatare sa música po dha sonare sa Bandha. E deosi est como s'Innu de sa natzione fatu a CD chi giaeus in donu a is invitaos in sa presentada chi aus a fàere a metade de abrile. Lasso a totu is chi ligent e intendhent su cunsideru apitzu de su testu (dónnia foedhu meu iat a èssere de parte), e apitzu de sa música chi deo aprétzio meda, e méngius puru comente dha sonat sa Bandha, e aprétzio meda comente dhu cantant is Coros chi si funt preparaos po dha registrare e fàere su CD.
At a èssere Fortza paris! s'innu natzionale de is Sardos? Po s'idea de is Autores est unu sèmene de istima e de unidade betau in sa terra bona de is Sardos, cunvintos chi is Sardos teneus is capacidades puru de dh'ischire coltivare po giare totu su méngius frutu.
Ma a dónnia modu is Sardos depeus ischire fàere abberu un'isfortzu mannu po arrennèscere a cantare prexaos cun s'isperàntzia chi sola tenet sensu, cussa de èssere unu pópulu uniu, cuncordu ifatu de sa bandhera nosta chi nosi unit e no de sa bandhera istràngia chi s'ispratzit, si depeus ichire istimare e iscabbúllere de su domíniu e de unu muntone de males chi naschent de su èssere unu pópulu e una terra oe in manos angenas, po istare in terra nosta, e impare a totu is àteros pópulos in su mundhu, coment'e pópulu líbberu e responsàbbile, cun totu sa dignidade e is cunditziones económicas e sociales chi dhi pertocant de diritu e de dovere, ca no si cumprendhet poite is Sardos de oe iaus a dèpere èssere prus pagu abbistos e balentes de is Sardos de s'antigóriu chi ant ischípiu fàere una civiltade de grandhe valore (nuràgica e giudicale), o poite iaus a dèpere èssere prus pagu abbistos e balentes de àteros pópulos líbberos e in cunditziones méngius de noso cun totu chi funt prus piticos de su nostu e fortzis mancu tenent risorsas prus de sa Sardigna.
Is Sardos no depeus prus abbasciare sa conca prenos de avilimentu! Noso depeus coltivare un'ideale giustu e necessàriu, cambiare ideas e mescamente cumportamentos po èssere gente!
Mario Puddu
S'Innu de sa Natzione
Fortza paris!
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Mario Pudhu |
S'Innu de sa Natzione Fortza paris! Cust'innu bolet èssere una proposta, unu sèmene betau in sa terra bona chi est su coro de is Sardos.
Coro bonu, eja, e medas bortas fintzes tropu e guvardu puru cun is istràngios chi nosi dóminant (o chi benint a nosi salvare!…), e prus de una borta susuncu, arrestigu, e tirriosu puru cun is Sardos etotu, ma no ca is Sardos no teneus sa capacidade de nos'istimare! Is Sardos ischeus tènnere sentidos fortes e bonos puru e si pentzaus male de noso etotu tocat solu a ischire e cumprèndhere poite.
A lígere s'istória de is úrtimos séculos, unu domíniu chi nudh'àteru si podet nàrrere si no domíniu nosi at fatu fàere allenamentu a sa disistima tra noso, a pèrdere fintzes sa fidúcia necessària chi depeus tènnere in noso etotu, nosi at portau a isperare solu in chie no est pentzandho a noso si no coment'e terra de afàrios chi no torrant paris cun is nostos.
E is arresurtaos giai si bient puru in dónnia cosa, de s'economia, a sa demografia, a sa cultura, a su guvernu: unu pópulu disastrau e sèmpere de prus ispérdiu emigrau!
Agiummai no ischeus mancu chie e ite e ne ue seus, gente cun is orrodas isgónfias cun pagu e nudha fidúcia e isperàntzia in noso etotu, chentza entusiasmu perunu po is chistiones nostas: is Sardos current in medas e si callentant solu si benit calecunu de fora a nosi pigare che a sèmpere. E noso sigheus a dipèndhere, a prànghere e a fuire.
Ma in su coro de is Sardos puru podet crèschere, e fàere totu s'isvilupu necessàriu, su sèmene bonu de s'istima, de su coràgiu, de s'isperàntzia, po che arresurtare a èssere gente, unu pópulu, una natzione de gente líbbera e responsàbbile de su destinu nostu fintzes in custu mundhu fatu a bidha, ca assumancu sa Sardigna dhue depet èssere po is Sardos.
Sursum corda! s'iat a pòdere nàrrere pentzandho a comente seus oe disanimaos e a comente tocat a èssere. E si custu incídiu e incoragimentu tenet sensu po andhare abbia a su Segnore, Segnore de sa libbertade e de sa responsabbilidade assoluta, ateretanti ndhe tenet po èssere gente, po fàere su matessi camminu de sa libbertade e de sa responsabbilidade, po èssere umanidade in prenu! Ndhe depeus artziare sa conca e is ogos chi portaus de tropu tempus abbasciaos po sa bregúngia e is bregúngias e dannos de su domíniu, castiare in fàcia sa realtade nosta e angena e istare in su mundhu cun sa matessi dignidade de is àteros pópulos.
No est su "orgoglio" de is cosas chi no podeus contare a bàntidu (cosas de rimproverare a noso etotu ndhe teneus e mancu pagas), ma s'ànimu, su coràgiu, úmile, seguru e firmu, de totu sa dignidade chi teneus e depeus tènnere ca seus noso puru umanidade.
Su sensu de un'innu natzionale est custu de incidare a tènnere coràgiu, ànimu, isperàntzia, a nosi arreconnòschere e istimare nos'àteros etotu, a nos'identificare coment'e pópulu e fàere fortza paris po totu su chi nosi pertocat de diritu e de dovere, e fintzes coment'e méritu, in terra nosta, ca de seguru no nosi mancant is capacidades si pagu pagu arrennesceus a s'iscabbúllere de is illusiones e ingannos de chie nosi bolet dipendhentes po torracontos chi no funt in su diritu e dovere colletivu de sa natzione sarda.
Cantos innos natzionales? Is Sardos nosi podeus cunsiderare, oe, nau a sa campidanesa, iscallaus (de su 1848 e 1861 fusi, confusi, e fintzes profusi po totu su chi àtere ndhe at bófiu fàere de noso e de sa terra nosta).
Epuru prus de unu at pentzau a un'innu natzionale e assumancu unos cantu ndhe depo pònnere in contu. a) Su primu «Hymnu sardu nationale» est cussu chi at iscritu Vitóriu Angius, Cunservet Deus su Re!, cantau sa primu borta in Castedhu su 1844.
Si biet chi su cuncetu de natzione e de sardu in sa conca de cust'ómine no fiant ancora cunfúndhios cun cussos de s'Itàlia (depiant ancora bènnere is annos de is "guerre d'indipendenza" po fàere s'istadu Itàlia, e su rullu cumpressore suo po "fare gl'Italiani" istrecandho s'identidade nosta).
Ma ite àteru si podet cunsiderare cust'innu si no su càntidu de Sardos istérrios a tapeto po unu rei (e passet ca fiant tempos de monarchia) istràngiu e pruschetotu atore principale e in prenu de su domíniu piemontesu chi at disastrau is Sardos de is tempos de tandho e de apustis?
Bastat giai custu Cunservet Deus su Re! po cumprèndhere ite fut semenandho V. Angius: s'importante fut a "cunservare" su rei, e is Sardos si podiant iscallai puru, po issu! Sardos eja, natzione puru, e cantu coragiosos! («solu in sa morte cèdere/ soliat su sardu») ma po serbire is àteros e no po sa dignidade, po su bisóngiu e libbertade de su pópulu nostu!
Si cunsiderent custos versos po cumprèndhere méngius: «Indica un adversariu / Et horrenda da su coro / Scoppiat s'ira ipsoro /A unu tou cinnu, o Re!» e «Comanda su qui piagati / Si bene troppu duru,/ E nde sias tue seguru / Qui hat a esser factu, o Re!».
Chie est su «adversariu» de is Sardos? Contr'a chie «scoppiat s'ira» de is Sardos? Nosi dhu narat unu rei istràngiu e colonizadore de is Sardos! Is Sardos depeus tènnere is nemigos chi decidint is àteros!
E deasi a is Sardos dhos ant arruolaos, coment'e bona carne da macello, e fatu fàere totu is guerras chi at tentu de fàere s'Itàlia, de cussas de sa libberatzione sua a cussas de sa colonizatzione de is africanos: Austríacos, Francesos, Líbbicos, Abbissinos, Albanesos e àteros. Piemonte e Itàlia nosi ant fatu fàere su ruolu de "mastini", de is canes "fedeli, obbedienti", "diavoli rossi", fintzes "eroi" e "medaglia d'oro" in gherra bochindho "nemici", ma bonos a nudha e delincuentes, "banditi", taglionaos puru in logu nostu (si pentzet solu a s'istória de Samuele Istocchinu de Àrtzana o de Raimundu Atzeni de Arbus po no cricare totu sa chistione de is "banditi" sardos).
In sa matessi idea, de tapeto cunfúndhiu cun chie dhue passat apitzu, est in prenu su prus reghente Dimónios (ca calecuna idea de fàere custu a innu natzionale no mancat!): si podet solu aciúnghere chi coment'e classificatzione de is Sardos, e ideale de identificatzione cun is dimónios, no est mancu malu!… Pregonta: Is Sardos nosi depeus ancora istèrrere a tapeto po is istràngios e sighire a fàere sa peus istória ischifosa chi aus connotu e seus connoschendho? Giai est tempus de dh'acabbare cust'istória maca, po èssere una bona borta gente cun sa dignidade de sa gente e fàere un'istória chi tenet sétiu no solu po noso ma po totu s'umanidade! b) Un'àteru testu chi si pentzat de propònnere coment'e innu natzionale est cussu de F.I. Mannu, Su patriotu sardu a sos feudatàrios, cumpostu in su trumbullu de sa gherra de is Sardos, cun sa ghia prus connota de Giommaria Angioy (1795-96), po che bogare su feudalésimu chi at iscaminau e iscambau sa Sardigna e is Sardos fintzes a tempos chi in dónnia parte de s'Europa custu sistema económicu, sociale e políticu fut isparéssiu de séculos ma agguantau in Sardigna 'gràtzias' a su domíniu piemontesu.
Su patriotu sardu a sos feudatàrios, prus connotu coment'e Barones sa tirannia, tenet totu un'àtera dignidade de is chi apo numenau innanti. Tocat de nàrrere chi s'idea de is Sardos coment'e natzione (e de su sardu coment'e limba natzionale) in cussos tempos giai dha teniant (sa cunfusione naschet cun s'Itàlia/Regno d'Italia prus de mesu séculu apustis); ma tocat a nàrrere puru chi est in is úrtimos barant'annos de s'istória nosta prus reghente chi si foedhat e creschet s'idea de natzione sarda e de totu su chi dhi pertocat.
De seguru no fut custa s'idea chi portaiat in conca F.I. Mannu, e ne po s'iscopu nostu at iscritu s'innu, cun totu chi s'idea de sa Sardigna coment'e colónia de is Piemontesos giai dha teniat crara (fintzes si no at fatu sa fine de Angioy e ne de medas àteros Sardos bochios e ingaleraos, ma fatu carriera cun su domíniu).
Cust'innu est in poesia una summa de s'istória de is Sardos, fata comente si podet fàere in 47 pesadas, e tenet s'iscopu de mòvere is Sardos po s'iscabbúllere de is barones isfrutadores parassitas. Ma fintzes cun totu s'arrespetu e aprétziu chi dhi tocat e dhi depeus (làstima chi sa gente no dhu connoscat, ca dhue podeus lígere fintzes is peus cosas de s'istória de oe), no est però testu addatu in peruna manera po èssere un'innu natzionale. Intanti, de unu testu deasi longu si acabbat chi si ndhe cantat solu una parte, in pràtiga si cantant is pesadas 1, 46 e 47.
E ite narat? Provaus a cunsiderare is versos «custa, póbulos est s'ora», «como chi est su filu ordidu», «candho si tenent su bentu» chi si ligent in is pesadas 46 e 47: podent andhare bene in d-una situatzione comente fut cussa de is bidhas chi a unas a unas si fiant cumenciandho a furriare a is feudatàrios (e comente s'iat a pòdere nàrrere fintzes de oe). Ma un'innu natzionale depet fàere una cosa chi andhat bene sèmpere, ca est ora sèmpere, e no solu como o custa, po s'iscabbúllere de is abbusos, e si est su bentu tocat a dhu fàere pesare noso fintzes si no si pesat a solu, e sèmpere tocat a ordire su filu de sa libbertade e de s'arrexone de is cosas giustas.
Un'innu no podet èssere una cosa chi balet po una pariga de annos. Ma, mescamente, a chie est foedhandho e ite dhi narat cust'innu? Est foedhandho a is barones (Procurad'e moderare, barones, sa tirannia!): prus indiritzu isbagliau no si ndhe podet agatare po un'innu natzionale, fintzes faendho contu chi is barones puru si podent cunvertire a un'ideale giustu (ma si podet isperare chi dhu fatzat solu calecunu) o chi oe, mutatis mutandis, no ischeus mancu prus chie funt is barones, ma giai est craru ca dhue ndh'at e mancu pagos, e parassitas e aprofitadores che a sèmpere. Ma est a su coro bonu, a sa bona volontade, a sa cusciéntzia, a s'inteligéntzia e cultura civile de totu sa gente chi tocat a foedhare, no a su portafógliu surdu o a sa piedade de is isfrutadores! E si provet a pentzare ite bolet nàrrere cussu procurade de moderare sa tirannia! Duas cosas ambas duas assurdas: 1. unu pópulu ingenugau pregandho, pregandho is barones!; 2. chi sa tirannia giai andhat bene: andhat male solu si est tropu, e tandho bastat de si moderare, de no esagerare!
Sa tirannia, custa puru de cunsiderare mutatis mutandis, andhat male sèmpere e totu; e si est a pregare depeus méngius pregare a Deus, no is barones. Comente dhue at un'àtera idea assolutamente isbagliada: s'ammeletzu (si no, pro vida mia, torrades a pè in terra!). Unu pópulu si depet iscabbúllere, no meletzare nudha a neune!
Depeus pentzare bene a su chi is Sardos aus fatu, a propósitu de domíniu sociale e mescamente istràngiu, ca custu, su domíniu istràngiu, est su chi at amparau fintzes su domíniu sociale a is tempos de sa rivolutzione angioina e ancora dh'amparat e pruschetotu est sa chistione prus manna, sa chistione vera de is Sardos ancora e sèmpere de prus in is tempos de sa responsabbilidade nosta, oe. Is versos 7-8 de sa primu pesada narant: e comintzat sa passéntzia / in su pópulu a mancare.
Custu de cumenciare a mancare sa passiéntzia, si seus arregistrandho unu fatu naraus de crònaca, si deasi est, deasi tocat a nàrrere. Ma a dhu pònnere coment'e testu de un'innu natzionale est abberu cosa chi no istat bene ne in chelu, ne in terra e mancu in s'iferru! Iat a èssere chi sa passiéntzia de is Sardos est prus de dughentos annos cumenciandho a bènnere mancu e dha proponeus po àteros séculos puru? Ite passiéntzia est istétia e depet sighire a èssere custa de is Sardos? Iat a pàrrere prus sa passiéntzia de is burricos, o de is dormios, de is pistadores de abba, chi no sa passiéntzia de s'arrexone de gente ischidada chi portat conca!
Ca intanti sa chistione de is Sardos arrechedet totu sa passiéntzia e s'impegnu de una vida, in totu is séculos, ca sèmpere sa gente depet èssere gente, e no depet èssere sa passiéntzia de un'aconcada sa die chi perdeus (perdeus!)… sa passiéntzia! Sa passiéntzia de baliare is peus cosas trotas tocat a dha pèrdere totu, antzis tocat a no ndhe tènnere nudha, ca su chi serbit sèmpere e totu intrea est sa passiéntzia de fàere su chi andhat bene, ca custu arrechedet a donniunu de noso totu intrea e manna sa capacidade de sighire in calesiògiat tempus de s'istória, est sa passiéntzia de s'inteligéntzia e méngius capacidades morales, culturales e políticas po fàere is cosas comente andhant bene o podent èssere prus giustas.
Pentzo chi solu una dose manna de mandronia mentale nosi potzat cumbínchere chi Procurad'e moderare faet a dhu propònnere coment'e innu natzionale. E tocat fintzes a fàere unu cunsideru. Procurad'e moderare si cantat a sonu de dillu, de ballu. E chi su ballu pragat a is Sardos giai est seguru (ndhe sonant a deghinas!). Ma a no si cumprèndhere si seus cantandho unu motivu sériu (e mancari de una seriedade prexada, comente depet èssere) o ispassiandhosi in divertera, no mi paret de gente chi faet cosas in su sériu candho tocat a èssere sérios, e sa prima seriedade dha depeus tènnere cun noso etotu. c) Meda prus dignitosu e de aprétziu est Pàtria amada de Benito Saba (premiau in Otzieri su 2009), siat po is cuncetos chi narat e siat ca no est tanti longu (ma custu puru est de 8 pesadas, prus sa chi iat a dèpere èssere, creo, s'arretroga).
Fatzo solu calecuna osservatzione: dh'at iscritu in chimbe o ses foedhadas diferentes, cosa chi no giaet própriu s'idea de unidade de is Sardos, ca est male po noso si no curreus a nosi cunsiderare Sardos de totu sa Sardigna e de totu sa limba sarda a su puntu chi dónnia foedhada dha depeus cunsiderare nosta in prenu, a su puntu chi una calesiògiat foedhada nosi arrapresentat in prenu! Coment'e música est cussa etotu de Giovanni Gonella po Cunservet Deus su Re! de Deus nosi ndhe campet, fintzes si is gustos funt gustos, e giai faet a ndhe fàere naschire àteros. S'Innu Fortza paris! Intanti, is testos chi apo numenau dhos podeis agatare totu in internèt e po cussu innoghe pòngio solu su testu de Fortza paris! Custu est naschiu su 1985 candho dh'iat cumpostu sa música su Maistu Ennio Camedda e deasi dh'apo pubblicau su 1991 in su libberedhu meu Po chi líbbera torres e sias!, is poesias de su tzacu, de su fele, o chi deasi podent pàrrere si no ischeus cumprèndhere totu su sensu de su chi ligeus.
S'idea de ndhe fàere un'innu natzionale est créschia apustis a pagu a pagu e una parte de su testu dh'apo cambiada gràtzias a sa crítiga de Bachis Bandhinu. E in custa versione dh'at iscoberta giustu giustu un'annu a como su Maistu cumposidore Mariano Garau chi dhi at cumpostu sa música chi tenet como. E issu etotu si est interessau no solu a preparare su Coro Polifónicu de Iglésias chi dirigit, ma a cricare fintzes àteros Coros – su de Arbus de sa Maista Anna Maria Dessí e cussu de Sedhori de su Maistu Antoni Pittau – po dha fàere cantare, e at cricau un'àteru Maistu, su Diretore de sa Bandha musicale de Arbus, Giuanni Foddai, po dhi fàere adatare sa música po dha sonare sa Bandha. E deosi est como s'Innu de sa natzione fatu a CD chi giaeus in donu a is invitaos in sa presentada chi aus a fàere a metade de abrile. Lasso a totu is chi ligent e intendhent su cunsideru apitzu de su testu (dónnia foedhu meu iat a èssere de parte), e apitzu de sa música chi deo aprétzio meda, e méngius puru comente dha sonat sa Bandha, e aprétzio meda comente dhu cantant is Coros chi si funt preparaos po dha registrare e fàere su CD.
Mario Puddu
S'Innu de sa Natzione
Fortza paris!
Una gente una limba una terra
In is séculos tenta a cadenas,
Irdorruta de ungas angenas
Bogat cara a su mundhu avilida.
Pesa! E bae in sa lughe a sa vida,
O Natzione de numen Sardigna:
Beridade prus santa e prus digna
Est chi líbbera sigas e sias!
____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
O Sardigna donosa e galana,
Pinzellada de manu divina,
A giardinu ti peses de istima
Cun is Pópulos totu in sa paghe!
Chi si cumprat de s’Umanidade
Cudh’ispera de méngius destinu
Totu paris faendho camminu,
No prus gente cracada, oprimios!____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
Cantos Sardos gherrandho sunt mortos
Po onorare sa Pàtria nadia
Torrent bios un’àtera bia
Po si giare virtudes d’eroe!
Fae crèschere, o Sardu de oe,
Cudhu semen de frades tesanos:
Su destinu est iscritu in is manos
Si dhu’at bonu sentidu in is coros!____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!____Fortza Sardos e totus unios____Cun sa mente e su coro a s’insigna!____Fortza paris, Natzione Sardigna,____Po chi líbbera sigas e sias!
In is séculos tenta a cadenas,
Irdorruta de ungas angenas
Bogat cara a su mundhu avilida.
Pesa! E bae in sa lughe a sa vida,
O Natzione de numen Sardigna:
Beridade prus santa e prus digna
Est chi líbbera sigas e sias!
____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
O Sardigna donosa e galana,
Pinzellada de manu divina,
A giardinu ti peses de istima
Cun is Pópulos totu in sa paghe!
Chi si cumprat de s’Umanidade
Cudh’ispera de méngius destinu
Totu paris faendho camminu,
No prus gente cracada, oprimios!____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
Cantos Sardos gherrandho sunt mortos
Po onorare sa Pàtria nadia
Torrent bios un’àtera bia
Po si giare virtudes d’eroe!
Fae crèschere, o Sardu de oe,
Cudhu semen de frades tesanos:
Su destinu est iscritu in is manos
Si dhu’at bonu sentidu in is coros!____Fortza paris e totus unios____De is Sardos sa mente e is coros:____Sa bandhera de is Bator Moros____Est s’idea, sa lughe, sa ghia!____Fortza Sardos e totus unios____Cun sa mente e su coro a s’insigna!____Fortza paris, Natzione Sardigna,____Po chi líbbera sigas e sias!
“Fortzabàrisi!
“Unagènte unalímba unadèrra
“Inisséculos tènta acadènas,
“Irdorrúta deúngas angènas
“Bogacàra assumúndhu avilída.
“PesaEbbàe insalúghe assavída,
“ONatziòne denúmen Sardígna:
“Beridàde prussànta eprurdígna
“Eschilíbbera sígas essías!____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!
“OSardígna donòsa eggalàna,
“Pinzellàda demànu divína,
“Agiardínudibèser deistíma
“CunisPópulos tótu in sabàghe!
“Chisigúmpra ddessúmanidàde
“Cudhispèra deméngiur destínu
“Totubàris faèndhogammínu,
“Noprurgèntegracàda, oprimíos!____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!
“CantosSàrdor gherràndho sunmòrtos
“Ponoràre saBàtria nadía
“Torrenbíos unàteraía
“Posijàre virtúder deròe!
“Faegrèschere, oSàrdu deòe,
“Cudhusèmen devràdes tesànos:
“Sudestínu estiscrítu inirmànos
“Sidhuabbónu sentídu iniscòros!____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!____“FortzaSàrdos etótus uníos____“Cunsamèntessugòro assinsígna!____“Fortzabàris, Natziòne Sardígna,____“Poghilíbbera sígas essías!”
“Inisséculos tènta acadènas,
“Irdorrúta deúngas angènas
“Bogacàra assumúndhu avilída.
“PesaEbbàe insalúghe assavída,
“ONatziòne denúmen Sardígna:
“Beridàde prussànta eprurdígna
“Eschilíbbera sígas essías!____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!
“OSardígna donòsa eggalàna,
“Pinzellàda demànu divína,
“Agiardínudibèser deistíma
“CunisPópulos tótu in sabàghe!
“Chisigúmpra ddessúmanidàde
“Cudhispèra deméngiur destínu
“Totubàris faèndhogammínu,
“Noprurgèntegracàda, oprimíos!____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!
“CantosSàrdor gherràndho sunmòrtos
“Ponoràre saBàtria nadía
“Torrenbíos unàteraía
“Posijàre virtúder deròe!
“Faegrèschere, oSàrdu deòe,
“Cudhusèmen devràdes tesànos:
“Sudestínu estiscrítu inirmànos
“Sidhuabbónu sentídu iniscòros!____“Fortzabàris etótus uníos____“DeisSàrdos samènte iscòros:____“Sabbandhèra deírBator Mòros____“Essidèa, salúghe, sagghía!____“FortzaSàrdos etótus uníos____“Cunsamèntessugòro assinsígna!____“Fortzabàris, Natziòne Sardígna,____“Poghilíbbera sígas essías!”
domenica 14 luglio 2013
On 10:00 by SA DEFENZA No comments
© Collage: «La Voce della Russia»
|
Nella serata del 12 Luglio Edward Snowden ha invitato all’aeroporto, in cui si trova, difensori dei diritti dell’uomo ed avvocati cui ha annunciato che chiede asilo politico temporaneo in Russia. Già un paio di ore dopo il Presidente degli USA Barak Obama ha chiamato al Presidente russo Vladimir Putin.
I segretari dei servizi stampa di entrambi i Presidenti hanno confermato che nel corso del colloquio telefonico si è veramente parlato del caso Snowden, ma senza inoltrarsi nei dettagli. Il segretario del servizio stampa del Presidente russo Dmitry Peskov si è limitato a riferire che per il momento il Cremlino non ha ancora ricevuto nessuna richiesta di concedere rifugio politico a Stowden in Russia. Anche il Servizio di Immigrazione della Russia non ha documenti che lo riguardino. Ma l’ondata di irritazione di Washington ha già raggiunto Mosca.
Jay Carni, assistente del Presidente Obama e portavoce della Casa Biancа, ha espresso il disappunto di Washington per il fatto che Mosca, al suo dire, concede la “piattaforma politica” al fuggitivo. Ma ha aggiunto che gli Usa non vorrebbero peggiorare i loro rapporti con la Russia.
La nostra posizione non è cambiata. Non pensiamo che il caso Snowden possa danneggiare i nostri rapporti con la Russia cui attribuiamo grande importanza. Stiamo continuando a discutere con la Russia la nostra ferma posizione, secondo cui abbiamo tutti i fondati motivi giuridici per attendere l’estradizione di Snowden. Questa persona deve essere riportata negli USA dove gli sono state presentate le accuse di avere rivelato in modo illegittimo un’informazione segreta.
Le organizzazioni mondiali per la difesa dei diritti dell’uomo considerano Snowden combattente per i diritti umani, che ha smascherano lo spionaggio globale ed illegittimo del proprio governo. A definire Snowden “traditore” è solo Washington. In America l’ex collaboratore della CIA e della NSA può essere processato in base alla Legge sullo spionaggio del 1917. Rischia l’ergastolo o anche una condanna capitale.
In precedenza il Presidente russo ha chiaramente delineato la posizione sul caso. Parlando ad una conferenza-stampa a Mosca, Vladimir Putin ha dichiarato, in particolare, che Snowden deve fare una scelta.
Se vorrà partire per qualche luogo e se qualcuno è pronto ad ospitarlo, vada pure! Se vorrà restare qui, c’è una condizione. Deve cessare la sua attività tesa a recare danni ai nostri partner americani!
Snowden, a quanto pare, accetta le condizioni di Putin sul “buon comportamento” ed è pronto a non nuocere agli Usa da Mosca. In sostanza, non richiede molto a Mosca: ottenere la tessera di rifugiato prima di partire per l’America Latina. Spera di formalizzare l’asilo politico permanente in Equador.
lunedì 8 luglio 2013
On 15:42 by SA DEFENZA No comments
Solenne STOP della Sapienza al MUOS di Niscemi
Antonio Mazzeo antoniomazzeoblog.blogspot.co.uk |
“Il campo elettromagnetico (EM) irradiato dal MUOS può produrre effetti biologici sulle persone esposte; interferenze elettromagnetiche in apparecchiature elettroniche, strutture aeroportuali e aeromobili; effetti sulla biocenosi e sulla fauna del Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) Sughereta di Niscemi”. Ad affermarlo il docente universitario Marcello D’Amore, perito nominato dal Tribunale amministrativo di Palermo che il 9 luglio dovrà decidere sul ricorso presentato dal Ministero della difesa contro la revoca delle autorizzazioni ai lavori d’installazione del nuovo sistema di telecomunicazioni Usa, firmata dalla Regione Siciliana il 30 marzo scorso.
Già ordinario di Elettrotecnica presso la facoltà d’Ingegneria civile e industriale dell’Università “Sapienza” di Roma ed ex direttore del Centro interuniversitario di ricerca di compatibilità elettromagnetica, il prof. D’Amore è stato responsabile di numerosi progetti finanziati dal Ministero dell’istruzione e da holding italiane come ENEL e Trenitalia e dall’azienda costruttrice di velivoli civili e militari Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica). Un anno fa era stato individuato dal Tar quale “verificatore” dei possibili effetti elettromagnetici del MUOS e degli impianti della stazione di telecomunicazione (NRTF) della Marina militare Usa che esiste a Niscemi dal 1991. Lo scorso 24 giugno il perito ha consegnato la relazione finale che conferma pienamente i rilievi e le considerazioni d’insostenibilità ambientale del MUOS e della base NRTF a cui sono giunti i due studiosi del Politecnico di Torino, i professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu, consulenti a titolo gratuito del Comune di Niscemi.
Il rapporto del prof. Marcello D’Amore si apre con la valutazione dell’indagine di conformità del sito MUOS di Niscemi in relazione alle problematiche di compatibilità elettromagnetica prodotta nel febbraio 2006 dal Naval Warfare System Center (NWSC) della US Navy con sede a Charleston (Carolina del Sud). Nello specifico, la Marina statunitense aveva affermato che i valori di campo elettrico del sistema “sono al di sotto dei limiti di legge nelle zone accessibili”. Inoltre il rischio di esposizione al fascio principale delle emissioni veniva ritenuto “minimo” e comunque “legato all’improbabile evento che il personale venga meccanicamente sollevato all’altezza e all’interno dei fasci principali dell’antenna”. Analoghe valutazioni compaiono nello Studio di incidenza ambientale presentato nell’aprile 2008 dal consorzio MUOS Team Niscemi che cura i lavori di realizzazione del terminale terrestre satellitare all’interno della riserva naturale Sughereta. L’esperto della facoltà d’Ingegneria di Roma non è però per nulla d’accordo.
“L’analisi di conformità di NWSC è priva del rigore e della completezza necessari a garantire la piena validità dei risultati i quali, pertanto, non consentono di verificare il rispetto dei limiti di campo EM previsti dalla legge”, scrive D’Amore.
“E si deve rilevare la non attendibilità delle analisi di conformità presentate per quanto riguarda l’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici irradiate dalle antenne paraboliche del MUOS”.
Il docente universitario spiega come i tecnici della Marina militare statunitense non abbiano considerato con la “dovuta attenzione” le varie articolate normative italiane in tema di insediamento di nuovi impianti di comunicazione a radio frequenza. I militari non hanno inoltre stimato né il campo elettrico, né il campo magnetico, né la densità di potenza del MUOS nel territorio di interesse ed in particolare nel Comune di Niscemi che dista appena 5 km dalla base NRTF di Niscemi.
“A tale riguardo si rileva che il riflettore parabolico, di diametro 18,4 m, emette il campo EM alla frequenza di 31 GHz, pertanto il campo vicino radiativo si estende lungo la direzione di massima radiazione dalla regione di campo reattivo fino alla distanza di 67,7 km”, spiega D’Amore.
Anche nel caso della due antenne elicoidali che completano il sistema di trasmissione satellitare e che trasmettono alla frequenza di 315 MHz, i progettisti non hanno calcolato la mappa del campo EM nel territorio, né sono state trattate ai fini dell’esposizione le correlazioni con l’irradiamento delle tre grandi antenne paraboliche. “Nessuna stima di campo EM è stata fatta infine considerando il contemporaneo funzionamento di più antenne”, scrive il docente, particolare tutt’altro che irrilevante dato che a Niscemi sono presenti 46 antenne nella stazione NRTF (45 operanti nella banda di alta frequenza a 3-30 MHz e una in bassa frequenza a 46 kHz). La Marina militare Usa non ha presentato inoltre i riscontri tecnici per provare l’inesistenza di conflitti con le emissioni elettromagnetiche in arrivo o in partenza dall’installazione niscemese, imputabili ai trasmettitori MUOS in banda Ka o a quelli di tipo elicoidali UHF. “La problematica EM è trattata dal Naval Warfare System Center soltanto in relazioni a possibili effetti su apparecchiature elettroniche o su dispositivi impiantati su persone”, prosegue la relazione consegnata al Tar di Palermo. “L’analisi è svolta in maniera qualitativa senza analitiche correlazioni con il campo EM generato dall’impianto. Semplicistica l’assunzione di 1 V/m quale livello di immunità a radio frequenze delle apparecchiature commerciali, ove si pensi alla numerosità e varietà delle problematiche e delle norme CEI in tema di compatibilità elettromagnetica”.
Il prof. D’Amore boccia pure lo studio del 2011 dei professori Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri della facoltà d’Ingegneria dell’Università di Palermo (consulenti dell’allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo), secondo cui il sistema di trasmissione MUOS non comporterebbe condizioni di rischio per la salute dell’uomo.
“Tale conclusione – scrive D’Amore – basata su motivazioni analoghe a quelle riportate dal NWSC e dal Team MUOS Niscemi, non può essere condivisa in quanto il rapporto di conformità si limita al calcolo di livelli di campo lontano e non in campo vicino come si dovrebbe, trascurando di simulare la mappa del campo EM in vicinanza del terreno”.
La simulazione del campo EM irradiato dalle antenne del MUOS è stata successivamente effettuata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA Sicilia), ma - a giudizio del perito - in modo del tutto errato. “I calcoli effettuati con il codice WinEDT – modulo VICREM della Vector Srl (attualmente confluita in Se.Di.Com. Srl) avrebbero richiesto la completa conoscenza delle sorgenti irradianti distribuite sulla superficie d’antenna”, scrive D’Amore.
“Poiché tale informazione non sembra fosse nota all’ARPA, si può ritenere che i livelli di campo presentati siano basati sul modello di calcolo in campo lontano in base al quale l’antenna è rappresentata come sorgente puntiforme. Pertanto i risultati delle simulazioni non sono riferibili alla regione di campo vicino e dunque non consentono un’attendibile verifica di conformità”.
Il perito della Sapienza esprime pure forti perplessità sui risultati della campagna di misurazione e monitoraggio del campo elettromagnetico nella stazione NRTF di Niscemi, avviata dall’ARPA Sicilia a fine 2008. La veridicità dei risultati sarebbe stata infatti pregiudicata dal comportamento omissivo e/o scarsamente collaborativo delle autorità militari statunitensi e dalla non disponibilità di adeguate informazioni sulle caratteristiche e sulle modalità di funzionamento dei trasmettitori. Per il prof. D’Amore “le configurazioni di antenne definite dal Comandante della base sono di difficile lettura, né sono illustrate nella stesa istruttoria al fine di fornire informazioni sulle ragioni che giustificherebbero le condizioni di emissione delle antenne alla massima potenza”. Nonostante l’ARPA Sicilia abbia poi fornito giudizi abbastanza tranquillizzanti sulle emissioni EM della base, l’esperto di Roma sottolinea come le scarse informazioni in mano all’Agenzia non hanno consentito di attuare come disposto dallo specifico decreto regionale del 27 agosto 2008 sui campi elettromagnetici. In particolare il decreto prevede che le misurazioni siano effettuate in banda larga con strumentazioni idonee indicate dalle norme tecniche, conoscendo pienamente i dati relativi alla “modalità di irradiazione (modulazione, tipologia della gestione della potenza, del traffico, ecc.)”. Cosa che invece non è avvenuto a Niscemi per la resistenza del Comando Usa a fornire i dati richiesti. Non sarebbe stata pienamente rispettata pure la norma che impone a ripetizione delle misure del campo EM “con catena strumentale in banda stretta” quando il valore precedentemente misurato in banda larga è risultato superiore al 75% del limite più basso. “La misura in bassa stretta è prevista anche quando siano presenti più sorgenti che emettono in intervalli di frequenza su cui devono essere applicati differenti valore limite”, spiega il prof. D’Amore. “Questa condizione è però di difficile applicazione per ARPA Sicilia a causa della mancanza delle necessarie informazioni”.
“Non è pertanto condivisibile l’affermazione dell’Agenzia regionale per l’ambiente che i valori del campo EM rientrano nei limiti della normativa italiana vigenti, perché diversi valori misurati, in particolare in località Ulmo, superano l’obiettivo di qualità di 6 V/m”, aggiunge D’Amore. “Inoltre le modalità di misura solo in parte sono conformi a quanto previste dalle norme CEI 211-7 e 211-7A”.
Nelle conclusioni del suo rapporto al Tar di Palermo, il prof. D’Amore lamenta come nelle analisi del rischio EM sino ad oggi prodotte non si faccia alcun riferimento alle cautele progettuali antisismiche “idonee ad evitare allarmanti impatti elettromagnetici nel territorio”, nonostante il Comune di Niscemi sia stato classificato dalla Regione siciliana come “zona 2” cioè ad elevata pericolosità sismica. Nessuno studio è stato inoltre presentato in relazione ai possibili effetti dell’interazione del campo EM del MUOS su strutture aeroportuali ed aeromobili, anche se nelle vicinanze della stazione di Niscemi sono presenti ben tre scali aerei: Comiso, distante 25,48 km; Sigonella a 55,34 Km; Catania-Fontanarossa a 69,97 km. “Tra i vari argomenti di studio che la problematica suggerisce, particolare attenzione dovrebbe essere rivolta ai possibili effetti EM su un aeromobile che attraversi il volume sotteso del fascio irradiato da una parabola del MUOS, soprattutto nelle fasi di decollo e atterraggio”, scrive D’Amore. Da qui l’esigenza per evitare gravi incidenti al traffico aereo che si effettuino le indagini sulla penetrazione del campo EM nella struttura di un aeromobile e la sua distribuzione all’interno, sui fenomeni di “accoppiamento” con il wiring system di bordo e sulla verifica dei limiti di tensione e corrente all’ingresso degli apparati critici per la sicurezza del volo e dei sensori che ricevono i segnali.
“Per la verifica di conformità dell’impianto MUOS si rende necessario lo sviluppo di una nuova rigorosa procedura di simulazione del campo elettromagnetico irradiato, corredata da una piena e documentata informazione sul codice di simulazione che viene utilizzato, sull’algoritmo alla base di tale codice, sui dati d’ingresso del codice, sulle caratteristiche del segnale emesso, sulle proprietà riflettenti del terreno e di eventuali superficie interessate, sulle ipotesi esemplificative eventualmente adottate”, conclude D’Amore.In modo analogo, sempre secondo l’esperto, si dovrebbe procedere nella valutazione dei possibili effetti elettromagnetici negli aeroporti interessati, in particolare di quello di Comiso. Ora la parola passa al Tar di Palermo che ha tutte le carte in mano per respingere le richieste del governo e impedire la riapertura dei cantieri del terminale terrestre dell’EcoMUOStro di Niscemi.
domenica 7 luglio 2013
On 10:28 by SA DEFENZA No comments
Lacrimogeni come arma chimica di repressione di massa
Jérôme Duval
Tradotto da Curzio Bettio
In questo giugno 2013, il Brasile sta conoscendo le più grandi mobilitazioni da quelle del 1992 dirette contro la corruzione del governo dell’ex presidente Fernando Collor de Mello (costui sarà costretto a dimettersi il 29 dicembre 1992 alla fine del suo processo politico di fronte al Senato). Scattato a Porto Alegre alla fine di marzo su iniziativa del Movimento Passe Livre contro l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, il movimento si è esteso a tutto il paese.
Nel paese del “calcio-re”, la maggioranza delle persone non avrà i mezzi per acquistare i biglietti per andare allo stadio, ma dovrà pagare l’aumento dei trasporti.
Questi straordinari sommovimenti politici fanno ricordare il Caracazo, la grande rivolta popolare contro le misure di austerità imposte in Venezuela nel 1989. Anche se in un momento e in un contesto diverso, perdurano gli stessi sintomi. La popolazione non sopporta più i tagli di bilancio che influenzano direttamente la vita quotidiana, quando le classi dirigenti e benestanti del paese stanno scialacquando dei miliardi. A questo riguardo, l’organizzazione della Confederations Cup e della Coppa del Mondo di calcio del 2014 in Brasile presenta un bilancio ufficiale che ha già raggiunto 15 miliardi di dollari alla fine del 2012, e l’85% di questo bilancio è a carico del governo brasiliano.
Costruzione e ristrutturazione di stadi, di infrastrutture e di sistemazione di aeroporti ... Al giugno 2013, circa 11 miliardi di euro erano già stati inghiottiti. Somme astronomiche di denaro pubblico sono state riversate nell’organizzazione di questi mega eventi. Per puntualizzare le generali maggiorazioni di spesa, nel giugno 2013, il ministro russo dello Sport Vitaly Mutko ha indicato che il bilancio dedicato all’organizzazione della Coppa del Mondo 2018 in Russia è già passato da 15 a 21 miliardi di euro. (1 )
Per il grande vantaggio dei trafficanti di armi e dei professionisti della sicurezza, degli industriali nel campo delle costruzioni (sistemazione degli stadi e delle infrastrutture) e delle multinazionali delle grandi catene alberghiere, nulla deve impedire il regolare svolgimento della Coppa del mondo di calcio che concentra l’attenzione della quasi totalità dei media del pianeta.
Il Brasile è il quarto più grande esportatore di armi leggere dopo gli Stati Uniti, Italia e Germania. Ha battuto la Russia, Israele e Francia (Small Arms Survey – Indagine sistematica sulle armi leggere, Ginevra).
In Brasile, l’ammontare delle esportazioni di armi leggere è triplicato in cinque anni, è passato dai 109,6 milioni nel 2005 ai 321,6 milioni di dollari $ nel 2010.
Il settore delle armi leggere è in pieno sviluppo proprio in concomitanza della preparazione della Coppa del Mondo di calcio del 2014, e visto il budget relativo destinato alla sicurezza.
Infatti, dopo essersi procurato nel mese di aprile del 2012 armi “leggere” dalla società brasilianaCondor per 1,5 milioni di real (circa 500.000 euro) (500 granate al pepe GM 102, più di 1125 granate esplosive e luminose, 700 granate lacrimogene GL 310 - che sono state utilizzate anche in Turchia ...), il governo brasiliano ha acquistato per circa 49 milioni di real (circa 16,5 milioni di euro) altro materiale dalla stessa società, per garantire la sicurezza della Coppa del mondo di calcio e i suoi preparativi. (2)
La società Condor di Rio de Janeiro (Nova Iguaçu) produce tutti i tipi di granate a gas lacrimogeni, che esporta poi in una quarantina di paesi. La Condor, come altre multinazionali degli armamenti, espone le sue armi alla fiera degli armamenti Eurosatory nei pressi di Parigi.
Tra le sue produzioni troviamo la GL310 “Ballerina”, che rimbalza in modo casuale quando tocca il suolo diffondendo il gas lacrimogeno, la “Seven Bang” che genera sette detonazioni di forte intensità, la GL-311 che provoca una forte denotazione associata agli effetti del gas, e infine il proiettile a lunga gittata GL202. Benché l’impresa Condor neghi di esportare nel Bahrein (ma conferma di esportare i suoi prodotti negli Emirati Arabi Uniti,… che hanno poi dato manforte alla repressione in Bahrein), il gas brasiliano utilizzato per sedare la rivolta contro il regime, in favore della democrazia, conterrebbe sostanze chimiche altamente dannose.
Zeinab al-Khawaja, un’attivista che ha partecipato alla rivolta per la democrazia in Bahrein, ha denunciato tutto questo sulla stampa brasiliana (3).
Le armi chimiche della Condor colpiscono anche in Turchia
Proiettili a gas lacrimogeno della società Condor (in aggiunta ad armi di “tecnologia di difesa” o di “tecnologia non letale” di provenienza statunitense) sono stati utilizzati per sedare i manifestanti in piazza Taksim, e in tante altre parti della Turchia, dall’inizio del movimento di protesta di fine maggio. Amnesty International e sei organizzazioni di medici turchi hanno denunciato la violenza della repressione poliziesca e l’uso improprio e illegale di candelotti a gas lacrimogeni come “armi chimiche”. Queste armi hanno fatto perdere la vista a numerosi manifestanti e hanno causato il decesso di diverse persone in seguito alla loro esposizione ai gas o per l’impatto del proiettile. (4)
Il 3 giugno 2013, Abdullah Cömert, 22 anni, è stato ucciso a Hatay per l’impatto di una granata lacrimogena alla testa; Irfan Tuna è deceduto ad Ankara, il 6 giugno, per un attacco cardiaco provocato da una eccessiva esposizione ai gas. “I gas lacrimogeni sono stati utilizzati in spazi chiusi e la polizia avrebbe anche fatto uso illegale di proiettili di gomma”, ha dichiarato Navi Pillay, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, il 18 giugno 2013. (5)
Secondo gli ultimi rapporti, dopo circa tre settimane di mobilitazione, la repressione poliziesca in Turchia ha causato la morte di almeno sei persone e quasi 7.500 feriti, di cui 59 feriti gravi. Secondo la Fondazione per i Diritti Umani di Turchia, al 19 giugno 2013 le forze di polizia hanno effettuato 3.224 arresti. Dopo aver utilizzato quasi 130.000 granate lacrimogene in 20 giorni di proteste, la Turchia si trova ora ad affrontare una carenza nelle scorte di questi proiettili e cerca di approvvigionarsi ancora per 100.000 granate lacrimogene e di 60 mezzi corazzati dotati di cannoni ad acqua. (6)
Frammento di granata a gas CS di fabbricazione statunitense sparata dalla polizia sui manifestanti a Tunisi il 9 aprile 2012. La polizia tunisina continua imperturbabile ad attingere alle sue riserve di “gas lacrimogeni” apparentemente inesauribili, per utilizzarli contro tutti i partecipanti alle rivolte, dopo il 14 gennaio 2011, come era usa fare nei periodi precedenti. Recentemente si è potuto notare l’uso di granate fabbricate nel...1986
La campagna internazionale Facing Tear Gas, contro i gas lacrimogeni, lanciata all’inizio del 2012 dall’organizzazione War Resisters League - Lega degli oppositori alla guerra (7) negli Stati Uniti denuncia i gas lacrimogeni come arma di guerra, uno strumento di repressione e di tortura contro i popoli che lottano per una effettiva democrazia. (8)
Repressione violenta contro i popoli, che aspirano ad una più giusta ripartizione delle ricchezze, a tutto vantaggio dei grandi profitti dei venditori di armi
Decessi avvenuti qualche tempo fa, causati dai colpi di granate lacrimogene, Ali Jawad al-Sheikh (un ragazzo di 14 anni assassinato il 31 agosto 2011 in Bahrein), Mustafa Tamimi (28 anni, assassinato nel dicembre 2011 in Cisgiordania) e Dimitris Kotzaridis (lavoratore di 53 anni, morto davanti al Parlamento greco per soffocamento provocato dai gas lacrimogeni nel 2011) non hanno perturbato per nulla il complesso militar-industriale in piena espansione. Nel bel mezzo delle rivoluzioni arabe, le società di armamenti statunitensi hanno esportato qualcosa come 21 tonnellate di munizioni, pari a quasi 40.000 unità di gas lacrimogeno. Più di recente, l’Egitto e la Tunisia hanno potenziato i loro acquisti di materiali “anti-sommossa”, nel momento in cui questi paesi negoziano con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) un nuovo piano di indebitamenti accompagnato da un severo programma di austerità. Un improvviso timore di nuove “sommosse contro il FMI”?
Nel 2013, il ministro degli Interni egiziano ha ordinato agli Stati Uniti 140.000 cartucce di gas lacrimogeni. Secondo l’Istituto di Stoccolma SIPRI, “le importazioni [di armi convenzionali] da parte di Stati nord-africani sono aumentate del 350% tra i periodi 2003-2007 e 2008-2012.” (9)
In Spagna, mentre il governo Rajoy effettua tagli in quasi tutte le voci di bilancio e diminuisce perfino il bilancio del Ministero dell’Interno del 6,3%, le spese per nuovi investimenti e rinnovamento di “attrezzature anti-sommossa e dispositivi specifici di protezione e difesa” passano da 173.670 euro nel 2012 a oltre 3 milioni di euro nel 2013. (10)
Ma di fatto, da dove proviene la violenza?
Per giustificare le esportazioni di granate a gas lacrimogeni dagli Stati Uniti verso l’Egitto, il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Patrick Ventrell, ha elogiato i meriti di questo gas chimico CS, affermando che “salva vite umane e protegge la proprietà privata”. (11)
Tuttavia, questo non è stato il caso di Cleonice Vieira de Moraes, donna di 54 anni, che è deceduta il 21 giugno 2013 dopo aver inalato gas lacrimogeno durante una manifestazione a Belém, in Brasile.
Questi medesimi argomenti fallaci vengono utilizzati dalla società Condor, impresa il cui nome richiama un ricordo triste: quello della famosa operazione dallo stesso nome, vero e proprio terrorismo di Stato, responsabile di una campagna di assassini politici orchestrata dalla CIA e dai servizi segreti delle dittature del Cono Sud (Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay) alla metà degli anni 1970. In piena crisi capitalista, il discorso sicuritario anti.terrorismo (o anti “casseurs”, manifestanti teppisti fracassa-tutto) riceve tanta buona stampa, e le armi di repressione definite molto impropriamente “armi leggere”, o “non letali”, conoscono più crescita di commerci che austerità.
Note
(1) La Russia rivede al rialzo il bilancio, L’Équipe, 11 giugno 2013http://www.lequipe.fr/Football/Actu...
(2) Bruno Fonseca e Natalia Viana, 5 giugno 2013, “Bomba brasileira na pele turca”,http://www.apublica.org/2013/06/gas..., traduzione in spagnolo: “Il Brasile esporta gas lacrimogeno per la repressione in Turchia”, http://www.rebelion.org/noticia.php...
(3) “Alcuni ritengono che il gas lacrimogeno dal Brasile contenga diverse sostanze chimiche. Sicuramente vi è un tipo di ingrediente che, in qualche caso, provoca nelle persone gravi ustioni alla bocca e al sistema respiratorio e altri gravi sintomi. Non abbiamo sicurezze sulla composizione, ma queste reazioni sono veramente spaventose. Questo è un gas ben peggiore del gas lacrimogeno statunitense”, così ha dichiarato al giornale brasiliano O Globo l’attivista per i diritti umani Zeinab al-Khawaja. http://www.huffingtonpost.com/2012/.... Fonte originale O Globo, 9 gennaio 2012, http://oglobo.globo.com/mundo/bahre...
(4) “Turchia. Ricorso scandaloso ad una forza eccessiva da parte della polizia a Istanbul”, Amnesty International, 1/06/2013: http://www.amnesty.org/fr/for-media... e “Turchia: l’uso illegale di gas lacrimogeni viene stigmatizzato, RFI, 21 giugno 2013: http://www.rfi.fr/europe/20130621-t...
(5) Leggere : http://www.un.org/apps/newsFr/story...
(6) Informazione pubblicata dal giornale turco “Milliyet”, e ripresa da diversi media.
(7) War Resisters League, http://www.warresisters.org/
(8) Facing Tear Gas : http://facingteargas.org/
(9) “La Cina scalza la Gran Bretagna dalla quinta posizione mondiale fra i più grandi esportatori di armi”, afferma in un comunicato stampa il SIPRI, Stockholm International Peace Research Institute, 18 marzo 2013, http://www.sipri.org/pdfs/arms-tran...
(10) “Aumenta un 1.780% el gasto en material antidisturbios y protección”, El Mundo, 5 novembre 2012, http://www.elmundo.es/elmundo/2012/...
(11) “Quando questi prodotti vengono usati in modo opportuno, possono salvare vite e proteggere la proprietà privata”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato USA Patrick Ventrell.
“L’Egitto importa dagli Stati Uniti gas lacrimogeni per contrastare i manifestanti che si battono per la democrazia”, World Tribune, 26 febbraio 2013. http://www.worldtribune.com/2013/02...
Il catalogo edificante dell'impresa Condor
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