mercoledì 15 febbraio 2012

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Stefano Galieni 



Ore febbrili e poi un nulla di fatto, o peggio il silenzio gelido che precede la tempesta. Le misure draconiane che la Grecia sta affrontando per evitare il default non sono considerate sufficienti dall’Unione Europea, dalla Bce e dal Fmi.
Nonostante i 3 partiti di governo si siano impegnati a trovare fondi per ulteriori 300 milioni di euro, con tagli alle spese, al punto da causare le dimissioni del vice ministro del lavoro, sindacalista e rappresentante del Pasok, le reazioni a Bruxelles sono state a dir poco fredde. “Un buon inizio ma dovete fare di più” è stato il ritornello ripetuto dai vari leader e mentre per tutto il pomeriggio prevaleva l’idea che si dovesse giungere ad un accordo entro oggi, alla fine è prevalsa l’ipotesi di un ulteriore rinvio, alla prossima settimana.

Poche ore insomma per contentare i vampiri, in un Paese ridotto alla fame dove la disoccupazione giovanile è del 48% e si continuano a tagliare i salari e a diminuire il numero dei pubblici dipendenti. Ma il colpo finale l’ha dato in serata Angela Merkel con le anticipazioni di una sua intervista che uscirà domani sul quotidiano Passauer Neue Presse:«Alcune misure urgentemente necessarie sono state accettate su carta, ma in gran parte restano ancora irrealizzate – ha dichiarato – Il debito pubblico deve essere ridotto al 120% del Pil entro il 2020,  in questo modo il Paese avrebbe con le proprie forze di nuovo una chance sui mercati», ha aggiunto.

Secondo la politica cristianodemocratica la creazione di un conto speciale per la Grecia dove bloccare parte dei prestiti Ue e Fmi destinati a pagare gli interessi sul debito - idea recentemente avanzata da Francia e Germania - serve «a dire ai creditori della Grecia che il pagamento dei debiti procederà in maniera affidabile». Merkel ha anche espresso la propria comprensione per i greci, severamente colpiti dalle misure di risparmio: «So che le riforme necessarie per molti greci comportano duri tagli. E comprendo che coloro i quali personalmente non hanno causato la crisi del proprio Paese ora manifestino pacificamente».

«La Grecia è membro dell'eurozona e tutti noi - ha concluso la cancelliera rinnovando il suo sostegno ad Atene affinchè resti nella moneta unica - ci auguriamo un successo alla fine delle trattative attualmente in corso». «Un atteggiamento da strozzini – secondo il segretario del Prc Paolo Ferrero – Il rifiuto della proposta del governo greco dimostra che l’Europa si comporta come una sanguisuga nei confronti della Grecia. Questi signori stanno distruggendo tutti i diritti al popolo greco e lo stanno portando sul lastrico. Pieno appoggio al popolo greco e al sindacato che ha dichiarato altri due giorni di sciopero. La linea dell’Europa va battuta perché se passa in Grecia porterà al disastro tutto il continente, con le sue politiche recessive e antioperaie».

Per concessione di Contro la crisi
Fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/2/9/19579-la-troika-e-pronta-a-dissanguare-la-grecia/
Data dell'articolo originale: 09/02/2012

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