lunedì 12 novembre 2012

On 11:22 by SA DEFENZA   No comments
 organicauthority.com/

Una delle rivelazioni più illuminanti contenuta nel documentario di Jeffrey Smith’s intitolato: Roulette genetica: scommettono sulle nostre vite, è il convincente parallelo fra l’aumento dei disturbi digestivi e i cibi OGM negli ultimi 20 anni.
 
 Stando al documentario, i disordini all’apparato digerente sono cresciuti in modo esponenziale da quando gli OGM sono entrati nel nostro ciclo alimentare: sindrome dell’intestino irritato, colite ulcerosa, costipazione cronica, infezioni gastrointestinali, malattia di Crohn e riflusso acido sono diventate molto più frequenti, così come l’intolleranza al glutine e la malattia celiaca. Uno dei probabili responsabili, suggerisce Smith, è la tossina Bt (Bacillus thuringiensis), registrata presso l’EPA come ‘pesticida’; la Bt fa sì che le piante (soprattutto mais e cotone) producano esse stesse un batterio, a sua volta pesticida.

Effettivamente la tossina Bt uccide gli insetti facendone esplodere lo stomaco. Ma, mentre gli scienziati dell’industria biotecnica hanno dichiarato che il processo digestivo umano distrugge qualsiasi traccia di tossina Bt rimasta nei cibi, il continuo proliferare di disturbi digestivi, intolleranza al glutine compresa, suggerisce che le cose stiano ben diversamente. 

Smith cita uno studio condotto nel 2010 dal Department of Obstetrics and Gynecology dell’University of Sherbrooke Hospital Centre (Quebec, Canada), il quale trova la presenza della tossina Bt nel sangue del 93% delle donne incinta e nell’80% dei bambini non nati, una situazione assolutamente impossibile se le cose stessero come sostenuto dagli scienziati dell’industria biotecnica, se cioè il processo digestivo distruggesse la tossina. 

Questo video mostra la discussione fra Jeffrey Smith e Tom Materre mentre trattano in dettaglio i rapporti fra OGM e glutine. Le alterazioni delle sementi sono ritenute da tempo una causa primaria della sensibilità al glutine. E comunque un fattore considerevole. Ma Smith suggerisce che la grande presenza di OGM nella catena alimentare sia la causa della sindrome dell’intestino perforato, nella quale si accusano fori lungo tutto il tratto digestivo (cosa che coincide con l’attività della tossina Bt), che causano quell’assorbimento scorretto dei cibi capace di innescare una reazione a catena che, per esempio, implica l’invio di proteine alle cellule immunitarie e la conseguente risposta infiammatoria. 

A sua volta altre patologie, fra le quali disordini da risposta autoimmune. Mais e grano OGM, trattati con il pesticida glifosato (il Roundup della Monsanto), trattengono alti livelli del pesticida il quale, di fatto, è un antibiotico brevettato per la sua capacità di uccidere i batteri intestinali, e che a sua volta potrebbe essere la causa di un’altra patologia digestiva molto diffusa e nota come SIBO (Small Intestinal Bowel Overgrowth), nella quale si rileva uno sbilanciamento batterico nell’intestino tenue associato a numerosi altri disturbi. Negli USA: grano, soia, cotone e barbabietola da zucchero vengono d’abitudine spruzzate con il glifosato.  

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 Per ulteriori informazioni sugli OGM e la sensibilizzazione al glutine, si possono visionare i seguenti video:

https://vimeo.com/51259453
http://www.youtube.com/watch
http://www.youtube.com/watch

martedì 6 novembre 2012

On 13:16 by SA DEFENZA   No comments
www.jpost.com


NSS war game simulates regional conflict scenario of a unilateral Israeli strike without US participation.

IAF F-15s refueling midflight [file]  
Photo: Baz Ratner / Reuters

for National Security Studies (INSS), ha recentemente simulato le prime 48 ore dopo un attacco unilaterale – dunque senza partecipazione USA– portato dall’esercito israeliano contro l’Iran ed effettuato dopo la mezzanotte del 9 novembre.

L’istituto, di base nell’Università dei Tel Aviv, ha dato inizio alla simulazione con il seguente annuncio: «Al Jazeera riferisce che aerei israeliani hanno attaccato siti nucleari iraniani con tre successive ondate. Le fonti ufficiali israeliane hanno poi confermato di aver attaccato i siti nucleari iraniani visto che non c’era altra scelta». Nella proiezione, gli attacchi distruggono con successo i siti nucleari iraniani e rispediscono il programma nucleare iraniano indietro di 3 anni.

Quale parte della simulazione, l’Iran risponde con tutte le proprie forze, spara circa 200 missili Shihab contro Israele, in due ondate, ed incita i propri alleati Hezbollah, Hamas ed altre organizzazioni radicali, affinché attacchino Israele. Nel gioco di guerra, inizialmente l’Iran si astiene dall’attaccare obbiettivi USA nella regione del Golfo Persico ed Israele, forte del proprio successo, cerca di contenere gli attacchi e di far sbollire la situazione e mettere fine alle ostilità il prima possibile.

La comunità internazionale rimarrà paralizzata a causa dei tentativi russi di sfruttare la situazione per favorire i propri interessi strategici.

Nelle prime 48 ore Israele condurrà un quarto assalto contro l’Iran per completare la distruzione di un sito nucleare di primaria importanza.

Dichiara l’INSS: «Lo scopo strategico di Israele è quello di prevenire un’espansione della guerra a livello regionale e cercare di raggiungere il prima possibile un livello nel quale gli incidenti siano sotto controllo, di bassa intensità».

All’interno della simulazione, gli USA – benché non fossero stati preavvisati dell’attacco – staranno chiaramente dalla parte di Israele senza opporre divisioni, anzi mostrando un fronte unito e riducendo così le possibilità di un crescendo bellico nell’area. Manifesteranno la propria volontà di ritornare al tavolo dei colloqui con l’Iran e di alleggerire le sanzioni in cambio di un ritiro iraniano [dal programma] e dell’annuncio che cessi ogni attività nucleare a scopo militare. La posizione americana sarà dunque politica, posizione che indicherebbe un coinvolgimento solo nel caso in cui l’Iran decidesse di chiudere lo Stretto di Hormuz o attaccasse interessi od impianti petroliferi USA nel Golfo.

All’inizio, Teheran farà di tutto per evitare uno scontro armato con gli USA. Ma i partecipanti evidenzieranno come «più Teheran verrà messa all’angolo e si ridurranno le sue opzioni, più comprenderà che la sua carta migliore sarà quella di agire contro gli interessi USA nel Golfo e chiudere lo Stretto di Hormuz». Così afferma l’INSS.

Nel gioco, i vicini libanesi sciiti di Hezbollah si troveranno  a dover scegliere: da una parte saranno messi sotto pressione dagli iraniani perché colpiscano Israele con missili. Teheran dirà ad Hezbollah che «questo è il giorno del giudizio». Dall’altra, Hezbollah sarà frenato dal timore di causare, ancora una volta, danni al Libano.

Così prosegue l’INSS: «Pertanto, Hezbollah accetterà di soddisfare parzialmente le richieste iraniane e lancerà missili contro obbiettivi israeliani, soprattutto aeroporti  e sistemi di difesa attiva». Ed aggiunge: «La contenuta reazione israeliana acuisce il dilemma di Hezbollah, e ne rinforzerà la decisione di sparare un numero relativamente limitato di missili e solo su bersagli militari».

Anche il giocatore che rappresenta Hamas sceglie una partecipazione media, mostrando un certo coinvolgimento a favore dell’Iran, ma cercando di evitare di dare ad Israele un motivo per una forte offensiva di terra nella Striscia di Gaza.

Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Stati del Golfo e Turchia agiranno tutti nel proprio interesse, prendendo le distanze dal conflitto e cercando di evitare un crescendo regionale.

L’INSS fa notare che tutti i partecipanti alla simulazione agiranno in modo «molto razionale, attivando politiche mosse solo da interessi essenziali ed ignorando i condizionamenti interni ed esterni».

All’interno della simulazione, la cittadinanza israeliana sarà in grado di accettare un conflitto esteso e ciò anche grazie alla convinzione che l’attacco all’Iran sia necessario e vitale per loro; il successo delle operazioni militari non farà che rafforzare la loro determinazione.

La Repubblica Islamica, appoggiandosi fortemente sui propri alleati, scoprirà che i propri mezzi per attaccare direttamente Israele saranno limitati. Mentre avrà maggiori possibilità di azione contro gli interessi USA nel Golfo, attraverso la minaccia della salita dei prezzi del petrolio; ma capirà ben presto quanto enorme sarebbe il costo di un coinvolgimento USA all’interno del conflitto.

«Dopo due giorni, gli iraniani – ed in misura minore i loro alleati – continuano a portare attacchi contro Israele. La crisi non sembra avvicinarsi ad una soluzione». E qui termina il gioco per l’INSS.

L’INSS ha poi dichiarato che il gioco era stato programmato all’inizio dell’anno, quando sembrava che proprio questo autunno sarebbe stato il momento decisivo per risolvere la questione iraniana realmente. «Da allora – aggiunge – le cose si sono un po’ raffreddate, ma dopo le elezioni, verso la primavera, la questione di un attacco verrà di nuovo a galla. È pertanto vitale un continuo esame delle possibili conseguenze».

Riguardo all’esito di un attacco israeliano all’Iran, all’interno dell’INSS vi sono due scuole di pensiero: la prima prevede lo scoppio di un più ampio conflitto regionale, la seconda ritiene che – data la presenza di meccanismi limitanti – siano scarse le possibilità che l’Iran possa dar fuoco al Medio Oriente.