mercoledì 15 febbraio 2012

On 12:32 by SA DEFENZA   No comments



Stefano Galieni 



Ore febbrili e poi un nulla di fatto, o peggio il silenzio gelido che precede la tempesta. Le misure draconiane che la Grecia sta affrontando per evitare il default non sono considerate sufficienti dall’Unione Europea, dalla Bce e dal Fmi.
Nonostante i 3 partiti di governo si siano impegnati a trovare fondi per ulteriori 300 milioni di euro, con tagli alle spese, al punto da causare le dimissioni del vice ministro del lavoro, sindacalista e rappresentante del Pasok, le reazioni a Bruxelles sono state a dir poco fredde. “Un buon inizio ma dovete fare di più” è stato il ritornello ripetuto dai vari leader e mentre per tutto il pomeriggio prevaleva l’idea che si dovesse giungere ad un accordo entro oggi, alla fine è prevalsa l’ipotesi di un ulteriore rinvio, alla prossima settimana.

Poche ore insomma per contentare i vampiri, in un Paese ridotto alla fame dove la disoccupazione giovanile è del 48% e si continuano a tagliare i salari e a diminuire il numero dei pubblici dipendenti. Ma il colpo finale l’ha dato in serata Angela Merkel con le anticipazioni di una sua intervista che uscirà domani sul quotidiano Passauer Neue Presse:«Alcune misure urgentemente necessarie sono state accettate su carta, ma in gran parte restano ancora irrealizzate – ha dichiarato – Il debito pubblico deve essere ridotto al 120% del Pil entro il 2020,  in questo modo il Paese avrebbe con le proprie forze di nuovo una chance sui mercati», ha aggiunto.

Secondo la politica cristianodemocratica la creazione di un conto speciale per la Grecia dove bloccare parte dei prestiti Ue e Fmi destinati a pagare gli interessi sul debito - idea recentemente avanzata da Francia e Germania - serve «a dire ai creditori della Grecia che il pagamento dei debiti procederà in maniera affidabile». Merkel ha anche espresso la propria comprensione per i greci, severamente colpiti dalle misure di risparmio: «So che le riforme necessarie per molti greci comportano duri tagli. E comprendo che coloro i quali personalmente non hanno causato la crisi del proprio Paese ora manifestino pacificamente».

«La Grecia è membro dell'eurozona e tutti noi - ha concluso la cancelliera rinnovando il suo sostegno ad Atene affinchè resti nella moneta unica - ci auguriamo un successo alla fine delle trattative attualmente in corso». «Un atteggiamento da strozzini – secondo il segretario del Prc Paolo Ferrero – Il rifiuto della proposta del governo greco dimostra che l’Europa si comporta come una sanguisuga nei confronti della Grecia. Questi signori stanno distruggendo tutti i diritti al popolo greco e lo stanno portando sul lastrico. Pieno appoggio al popolo greco e al sindacato che ha dichiarato altri due giorni di sciopero. La linea dell’Europa va battuta perché se passa in Grecia porterà al disastro tutto il continente, con le sue politiche recessive e antioperaie».

Per concessione di Contro la crisi
Fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/2/9/19579-la-troika-e-pronta-a-dissanguare-la-grecia/
Data dell'articolo originale: 09/02/2012

giovedì 9 febbraio 2012

On 06:29 by SA DEFENZA   No comments

http://icebergfinanza.finanza.com



Visto che spesso e volentieri in Italia ma non solo, in molti hanno la memoria corta e non conoscono la storia, andiamo a dare un’occhiata alle dinamiche del nostro risalendo sino all’ Unità d’Italia grazie ad un lavoro apparso nel 2008 a disposizione sul sito di Bancad’Italia
Questo lavoro presenta i risultati di una ricostruzione del debito pubblico italiano dall’unità del paese a oggi. Le elaborazioni sono effettuate utilizzando una metodologia in linea con le regole  statistiche attuali al fine di ottenere una base dati omogenea e più coerente con le statistiche di contabilità nazionale. Il settore di riferimento, a differenza di molti studi precedenti che prendevano in esame il solo Settore statale, è quello delle Amministrazioni pubbliche e l’aggregato è il debito lordo al valore nominale e consolidato tra e nei sottosettori. La base dati ricostruita include le serie storiche mensili per il debito e per le sue scomposizioni per sottosettori e strumenti. Per la loro frequenza e il lungo periodo considerato, questi dati possono rappresentare un utile strumento di analisi per gli studiosi di storia economica e economia pubblica. Il lavoro presenta una sintesi degli aspetti metodologici e una breve descrizione dell’andamento del debito negli ultimi 150 anni. Se confrontata con i dati precedenti, la nuova ricostruzione storica evidenzia un valore del passivo in media superiore.
Chi pensa che non sia possibile riportare il debito sotto controllo dimentica che guerre e depressioni sono l’amara medicina che l’uomo non ama prendere nell’illusione del debito ma come ha dimostrato la recentissima dinamica storica successiva a Maastricht è solo questione di volontà e urgenza, un’urgenza che oggi è evidente.
Qualunque considerazione sui metodi e le dinamiche di rientro dal debito , sul peso che ricade spesso e volentieri sui soliti noti è argomento da affrontare in altra sede.
Qui sotto avete una serie di grafici che testimoniano la dimensione storica del nostro debito dall’Unità d’Italia, la dinamica del debito dal 1861, quella degli ultimi anni e relativi responsabili politici oltre che un’evidenza delle dinamiche del debito della pubblica amministrazione.
Direi che al di la delle chiacchere da bar ce ne abbastanza per cancellare l’idea che il debito non può che crescere…
Nel terzo trimestre 2011 il rapporto debito-pil dell’Italia, pur restando il secondo dell’Ue dopo la Grecia con 119,6%, ha registrato il maggiore calo (-1,6%) insieme a quello di Malta rispetto ai tre mesi precedenti. È il nuovo dato diffuso da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea. Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/I4YtM
Suppongo che anche Eurostat sia l’ennesimo sito telebano che diffonde notizie tendenziose e non veritiere, ma mentre l’Italia fallisce domani mattina, noi attendiamo la nuova ondata di panico.
E visto e considerato che stiamo giocando a nascondino con la storia andiamo a dare un’occhiata anche allo sbarco dei Mille senza dimenticare la leggendaria frase di Garibaldi, ristrutturata questa si dal sottoscritto per l’occasione… Qui si RIFA’ l’Italia o si muore…

GARIBALDI E I MILLE? UN INVESTIMENTO

La spedizione dei Mille è stato uno degli eventi cruciali per l’unificazione d’Italia. Ai tempi non c’era internet ma il telegrafo, Parigi era la Borsa di riferimento e i prestiti erano erogati dalle grandi famiglie dei banchieri e non dall’Fmi. Eppure mercati finanziari e debito pubblico ebbero un ruolo nello sgretolamento del regno borbonico e nel successo dei garibaldini. E, col senno di poi, è un po’ come se Garibaldi avesse detto “obbedisco!” non solo al re Vittorio Emanuele, ma anche ai Rothschild.
Studiando la serie storica delle quotazioni del debito pubblico borbonico, durante il 1860, è possibile rispondere a una domanda assai interessante, anche per i suoi riflessi attuali: i mercati finanziari dell’epoca avevano scontato la spedizione dei Mille?
Indubbiamente, i mercati anticipano accadimenti incerti, che valutano attraverso la lente deformante delle aspettative. Vi consiglio di continuare l’interessante lettura a questo indirizzo
In sintesi come spesso abbiamo visto si chiacchera troppo e si dimentica spesso e volentieri le lezioni della storia!